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domenica, gennaio 31, 2010

A noi! Addis Abeba

Se l'oriente si fa sempre più vicino con il progetto di collegare Catania e Shangai con un volo diretto, dall'altro, qualora gli accordi presi recentemente tra la Sicilia ed il gruppo logistico Hna siano proprio quelli descritti nei comunicati stampa, l'occidente si fa sempre più lontano.

Secondo questi "intendimenti", una nuova pista dovrebbe (purtroppo) sorgere nella piana di Gerbini, al confine tra la provincia di Catania e quella di Enna. Ecco il succo degli accordi come pubblicato dalla stampa (“La Cina sarà più vicina con il futuro aeroporto di Gerbini”, EconomiaSicilia.com 22 gennaio 2010):

In sintesi si realizzerà un terminal per check-in e accoglienza passeggeri e ci sarà anche un free shop. Pista e terminal saranno comunque collegati all’aeroporto etneo di Fontanarossa  che, in base agli accordi presi, gestirà il traffico. La cilindrica torre di controllo dell’aerostazione catanese servirà anche per il movimento aereo della nuova e non ancora esistente pista.


Questa sintesi ci dice che gli accordi si stanno giocando sulla pelle della base militare americana di Sigonella: infatti non si vede come la “cilindrica” torre di controllo dell'aerostazione catanese potrà mai servire anche per l'aeroporto di Gerbini se al momento non serve ad un bel niente, visto che al controllo radar ci pensa proprio Sigonella, impedendo nei fatti lo sviluppo dello scalo etneo.

La torre di Fontanarossa serve solo per il controllo a vista. A causa della distanza di Gerbini non sembra che la stessa funzione possa essere espletata per la nuova pista.

Gli accordi tra Cina e Sicilia suggeriscono quel notevole ridimensionamento della presenza americana nel Mediterraneo i cui segnali si sono già visti da più parti (si veda ad esempio il post "Fuori dai piedi"). Un ridimensionamento che dovrebbe permettere un po' a tutti di tirare un sospiro di sollievo. Perché oggi da Sigonella partono missioni sempre più sospette.

Basti pensare ad esempio alla strana coincidenza tra la brutta fine fatta di recente dal Boeing 737-800 della Ethipian Airlines dopo la partenza dall'aeroporto di Beirut e la presenza nell'area di un velivolo statunitense P-3 Orion di pattugliamento proveniente proprio da Sigonella, come rivelato dallo stesso Dipartimento della Difesa a stelle e strisce (“Navy Assists Ethiopian Airlines Search, Rescue Effort”, 25 gennaio 2010).

Nel Corno d'Africa l'Etiopia è un punto di riferimento per l'occidente contro le milizie islamiche somale appoggiate dal mondo arabo. Solo pochi giorni fa grazie anche al suo appoggio l'ONU è riuscita ad imporre sanzioni contro l'Eritrea, rea di avere finanziato i patrioti somali (quelli che i quotidiani italiani chiamano Jihadisti).

La decisione di Addis Abeba di votare a favore dell'embargo dice però poco e niente, visto che l'Eritrea e l'Etiopia sono in uno stato di guerra latente da sempre. Molto più istruttivo è invece concentrare l'attenzione sulla Somalia, uno dei punti di snodo cruciali per il controllo delle nuove rotte commerciali che dall'Asia conducono al cuore del Mediterraneo (si veda il post “La via della seta”).

Lì il tracollo degli interessi di Washington sembra essere inarrestabile mentre la nazione cade nuovamente nelle mani delle “coorti islamiche”. Il madornale errore tattico dell'invasione irachena viene ora pagato con l'impossibilità di entrare nel conflitto direttamente per la mancanza di mezzi logistici ed economici. Per questo motivo a condurre le operazioni sul campo sono stati gli etiopi guidati dal governo del Presidente Zenawi: grazie alla loro non indifferente forza militare le coorti erano state praticamente annientate,

Poi all'improvviso nel gennaio 2009 l'annuncio di Addis Abeba:

Oggi, alle prime luci dell'alba, (...) i 3000 soldati di Addis Abeba hanno abbandonato la più importante base di Mogadiscio e hanno iniziato a ritirarsi verso nord. L'avvio dell'operazione è stata accolta da manifestazioni di gioia. Centinaia di somali sono scesi per strada tra grida e spari di armi automatiche. La grande base è stata invasa e, ovviamente, saccheggiata.

(“L'Etiopia ritira le sue truppe la Somalia in mano agli islamici”, Repubblica.it 13 gennaio 2009)

Risultato: le coorti, responsabili di immani crimini come ad esempio quello di voler “imporre il velo ad una popolazione femminile tradizionalmente laica” si sono nel giro di un anno riprese il terreno perduto.

Una situazione davvero incresciosa che qualcuno forse vorrebbe raddrizzare. Specialmente ora che Zenawi si prepara a nuove elezioni. L'Economist prevedeva la settimana scorsa, qualche giorno prima dell'incidente aereo, che se queste non saranno trasparenti e democratiche al punto giusto, nuovi problemi potrebbero sorgere. Come “peggiorare le cose nel vicino Sudan, dove la guerra civile minaccia di ritornare. Le terre di confine con il Kenya, dove il furto di bestiame, i cacciatori di frodo e il banditismo è endemico, diventerebbero ancora più pericolose. Nuove tensioni in Etiopia potrebbero essere sfruttata dal suo arci-nemico, l'Eritrea (...) e potrebbe causare un peggioramento in Somalia (...). Fonti di intelligence straniere [straniere di dove?, ndr] hanno a lungo temuto un attacco dei Jihadisti nella capitale etiope, Addis Abeba” (“Jangling nerves”, 21 gennaio 2010).

Tutta una serie di jettature che potrebbero essere usate per convincere il restivo alleato a assecondare certe pretese. Non vorrà certo Zenawi rovinare i successi del suo paese, tra i quali il settimanale inglese (incredibile coincidenza a 4 giorni dal fattaccio) ricorda “una delle più grosse compagnie aeree dell'Africa”.

Dopo l'indicente intanto le autorità libanesi si sono affrettate, senza alcun dato in mano, ad affermare che non si tratta di terrorismo ma di una “severa tempesta di tuoni”. Chiediamo a Capuana, l'assessore alla base USA della Provincia di Catania, di fare il suo mestiere aiutando le indagini: quelli del velivolo partito da Sigonella ed in missione nell'area potrebbe saperne qualcosa, vada ad informarsi. Anche se ora lo stesso velivolo è impegnato nelle operazioni di “ricerca e soccorso” (qualcuno suggerisce del corpo del reato più che dei corpi delle vittime...) aiutato da un “distruttore di missili guidati” (chi è che vuole colpire con un missile i soccorritori?).

Ditemi voi se qui in Sicilia possiamo continuare ad ospitare una base che presti tanto facilmente il fianco a tali sospetti.

Nella foto in alto Meles Zenawi, il Presidente Etiope

5 commenti:

rrusariu ha detto...

Abati,
nella nostra terra ospitiamo dei criminali... l'aereo caduto che aveva tra i passeggeri la moglie dell'ambasciatore francese in Libano, potrebbe voler dire che si è voluto cogliere due piccioni con una fava!

Purtroppo abbiamo un governo romano che si presta in modo in(?)consapevole a questi misfatti.
Oggi il pecoraio è andato a pararsi il sedere e a venderci pur di salvarsi dalla galera, dai discendenti di una tribù turca delle steppe russo-ucraine.
Ha persino mandato una nave (?!?!?) da guerra in soccorso delle popolazioni disatrate di Haiti.
Ha dovuto pagare pegno nell'attesa del responso delle urne a marzo...
Aspettiamo che la domenica delle palme sia occasione di liberazione... dagli scherani in camicia verde...

Anonimo ha detto...

La recente attenzione del Figaro contro il Governo siciliano è segno del nervosismo europeo contro la Sicilia che se ne va. Questa perdita non è accettata pacificamente ed io sono piuttosto preoccupato su ciò che sarebbero in grado di fare pur di non perdere il centro del Mediterraneo.
Mai gli europei avevano parlato di Sicilia, ora se ne accorgono e attaccano Lombardo con la pillola scaduta dei dipendenti regionali che costano troppo. A parte che li ha assunti Cuffaro e che il 2008 (ultimo anno di questo scoop) ebbe solo effetti di trascinamento, è una balla colossale. Lo stipendio medio di un regionale non è più molto diverso da quello di uno statale e la Sicilia svolge moltissime funzioni che in tutte le altre regioni sono svolte dallo Stato, dal suo bilancio escono persino forniture e personale per l'amministrazione della giustizia. Ma non importa. Qualche sapientone di Repubblica avrà dato questa imbeccata agli amici del Figaro per accerchiare Lombardo in Europa (che ha detto no alla Shell, che "se la fa" con l'Oman, etc.). E gli attacchi quotidiani del quotidiano massone per eccellenza anche dopo l'apertura del PD a Lombardo si fanno sempre più rabbiosi e velenosi (segno che questo accordo è passato sulla loro testa e contro la loro volontà). Sento aria di anni di piombo, delitti di stato, mafia, e, se non ci riusciranno, di guerra civile vera e propria.
Fossi in Lombardo non dormirei tranquillo.
Stanno facendo di tutto per isolarlo dall'opinione pubblica siciliana ma questa manovra non è riuscita. Livesicilia ha lanciato un sondaggio già preconfezionato contro di lui (sminuzzando le opzioni pro-lombardo e concentrando l'unica contro in modo da farla vincere) e...incredibile, ha perso clamorosamente: solo il 53 % dei sondaggisti vuole mandare a casa Lombardo (da Enzo Bianco a Castiglione, passando per Orlando e la Borsellino).
Altro sondaggio di qualche giorno fa on line sull'indipendenza della Sicilia ha visto vincere clamorosamente questa opzione contro le intenzioni dei sondaggisti.
Ne vedremo delle belle.
Ma sul piano internazionale bisogna giocare d'astuzia, essere levantini, non necessariamente antioccidentali ad ogni costo: anti-italiani ed anti-europei sì, è vitale, ma magari sfruttando le sottili divisioni fra l'Eurocrazia e il mondo anglo-sassone.
Da questa vecchia amicizia (da rispolverare vista la debolezza che hanno ora) e da quelle nuove (nel mondo arabo, la Russia, in oriente), la piccola Sicilia potrebbe barcamenarsi in equilibrio e spuntare margini di autonomia sostanziale sempre più ampi, fino all'indipendenza.
Ma il Presidente non mi pare così determinato sino a questo traguardo. O dissimula??
Massimo Costa

Anonimo ha detto...

Aggiungo:
lo Statuto del 1946 è carta straccia per l'Italia (e se ve lo dico io che ci ho scritto un libro...).
La Sicilia, da sola, non riuscirà mai ad imporre all'Italia il rispetto dello stesso (che equivale all'indipendenza, o la posterga di dieci/venti anni al massimo, come lascio intendere nel testo). L'Italia opporrà sentenze da azzeccagarbugli per non far nulla.
Ma se glielo chiedesse la comunità internazionale (non l'Europa)? Troverebbero il modo di "adempiere agli obblighi internazionali".
E' questa dunque la strada.
Tipheus

Anonimo ha detto...

E l'intervento del papa? Come inquadrare l'energica presa di posizione del vaticano a favore degli operai di termini? ha dato l'impressione di chi sta reagendo in maniera dura perchè è sul punto di perdere qualcosa. Che i servizi segreti vaticani siano al corrente di una manovra internazionale che porterà la sicilia su posizioni più orientali? é solo una mia impressione. Secondo voi?
Luca

rrusariu ha detto...

Luca secondo me stanno aspettando che cada l'ultimo satrapo, ma siccome cadendo lui tutte le consorterie a lui affiliate avranno dei problemi a trovare l'uomo che in qualche modo li possa riposizionare in qualche schieramento, ci si trova nella situazione che è meglio tenere il re lebbroso che trovare un valido sostituto.

E' chiaro che ad un certo livello si sa che l'impero dovrà ritirare le sue truppe, perchè ormai la capitale non riesce più a nascondere le crepe deficitarie. Il richiamo a far scendere l'euro per rendere appetibili le sottoscrizioni dei titoli pubblici americani è ben chiaro, sennò come faccio a rifinanziare le truppe se non con la carta igienica?
La Chiesa si sta cercando di riposizionare in un ambito di difesa più che decente, cioè sa benissimo che morto quello strato di popolazione che con un certo reddito sicuro da lavoro dipendente garantiva una certa coesione sociale. In un epoca in cui i giovani fanno fatica a sposarsi, in cui mal che vada convivono è chiaro per la chiesa è una sconfitta... dove trovo i preti per le mie chiese?
Chiaramente io sono propenso che la chiesa-vaticano cercherà di presentarsi come l'ultimo baluardo di un'italietta unita, come fece davanti al capo degli Unni, Attila... la storia potrebbe ripetersi, ma stavolta la raffigurazione della Madonna dei Sette Angeli che distolse dall'affrontare i problemi del Popolo Siciliano nel 1516, non si dovrà ripetere. Preferisco una chiesa autocefala foss'anche di rito latino.
Certo l'arrivo dei cinesi è un segnale che altri han capito che gli yankee stanno perdendo la guerra, ma berluscaiz prostandosi ai seguaci del tempio con le sue melliflue abluzioni ha mostrato che lui "potrebbe" chissà che cosa?
Purtroppo oggi non abbiamo dei mezzi di opinione in Sicilia che potrebbero informare meglio il ns. popolo ... per paura di sapere dove si è, hanno tolto la geografia come insegnamento!
Il problema grosso di Lombardo è che i pochi media venduti in Sicilia, certamente non remeranno sempre dalla sua parte, salvo quelli di internet. Ma quanti in Sicilia accedono regolarmente a internet.
Già la kiazza virtuale in cui ci incontriamo rappresenta un'agorà certamente significativa nel panorama siciliano, ma ci vuole ben altro lavoro, come ha cercato di sottolineare in qualche altro post Massimo Costa.
C'è bisogno di gente che con un telone va abbanniannu nta li strati e nta li kiazzi il "credo" del nostro Popolo...

ANimus TUus DOminus...
facemuni forti dicemu Libbirtà ppi lu Populu Sicilianu!