Danni collaterali
Terminata in Sicilia la stagione degli uragani, ecco subito ritornata quella degli incendi (vedi il post: “Vogliono accendere un fuoco”). Finalmente, dopo qualche tentennamento, i vigili del fuoco hanno accertato quello che qualcuno già sospettava ed hanno escluso l'ipotesi del corto circuito fortuito nel caso dell'incendio che ha devastato la sede della Fiat di Palermo:
La circostanza ha indotto i tecnici ad ipotizzare, nella informativa consegnata alla magistratura, il reato di incendio. A questo punto i vigili del fuoco e la polizia scientifica - entrambi indagano su delega dei pm - dovranno accertare se si sia trattato di un fatto colposo, cioé se le fiamme siano state incautamente provocate da qualcuno, o se il rogo sia stato appiccato intenzionalmente. (“L'incendio alla Fiat di Palermo non è stato un caso”, SiciliaInformazioni.com 4 aprile 2009).
Come al solito le agenzie diramate avevano cercato di sviare l'attenzione da questa possibilità sin da subito:
Non sarebbero state trovate tracce che facciano pensare ad un incendio doloso e i vigili continuano a propendere per la causa accidentale, individuata in un corto circuito, segnalata agli inquirenti subito dopo l'intervento di ieri. (Palermo, incendio alla Fiat. Gli inquirenti: "Propendiamo per le cause accidentali", SiciliaInformazioni.com, 4 aprile 2009)
Questa “causa accidentale, individuata in un corto circuito, segnalata agli inquirenti subito dopo l'intervento di ieri” sa sin troppo di dettatura per “gli inquirenti”. Chi è che avrebbe segnalato questa causa agli inquirenti (ed alle agenzie di stampa)?
Già qualche ora dopo la versione traballava ed Adkronos, fiutando quello che stava accadendo, aveva raddrizzato la versione dei fatti:
A causare l'incendio, divampato in un deposito del magazzino ricambi, sembra sia stato un corto circuito, anche se non si esclude ancora la matrice dolosa dal momento che l'area è accessibile anche dall'esterno. (“Rimane chiusa la sede della Fiat di Palermo. Continuano le indagini dopo l'incendio di ieri”, SiciliaInformazioni.com, 4 aprile 2009)
Una aggiuntina, quel piccolo inserto riportato in grassetto, che sarebbe dovuta passare inosservata mettendo intanto equilibrio.
E non stupitevi se vi dico che l'odore di queste fiamme era già nell'aria da qualche tempo. A Palermo uno strano “piromane” si aggirava da giorni, colpendo soprattutto auto private. Tanto la cosa era strana che qualcuno si era sentito in dovere di fare l'elenco del tipo di vetture date alle fiamme per giunta specificando l'età dei proprietari (?). Il 27 marzo, sempre dalle pagine di SiciliaInformazioni.com (“Giallo a Palermo, sei auto in fiamme nella stessa via in due settimane”) apprendiamo che erano andate distrutte “una Fiat 500 di una donna di 37 anni, una Suzuki "Ignis" di un ragazzo di 25 anni, una Citroen "Saxo" di una donna di 43 anni e una Fiat "Punto" di proprieta' di uno di 48 anni.”
Poi il giorno dopo “Un operaio catanese di 62 anni ha perso la vita schiacciato dal camion Fiat Iveco 115, sul quale si viaggiava”("Un camion si ribalta sulla Catania-Gela. Muore un operaio” SiciliaInformazioni.com, 28 marzo 2009).
Insomma, all'improvviso i mezzi Fiat sembrano diventati particolarmente “insicuri”.
Cosa si vuole dire con questo? Semplicemente notare come la “guerra” sia sempre più aspra in Italia e come i danni collaterali sembrino aumentare di giorno in giorno. Se in tutta vicenda ci fosse veramente del dolo, allora essa coinvolgerebbe direttamente la fabbrica di Torino e non un rivenditore locale [*]. Quindi è difficile dire in che qualità la Sicilia sia stata tirata dentro, se casualmente o volutamente. Certo se l'escalation delineata è reale, allora il dare corso alla minaccia contro la Fiat suggerisce che da qualche parte un fattaccio deve essere accaduto.
Difficile dire se la Sicilia sia coinvolta, difficile dire quale sia il fattaccio. L'unica cosa che abbiamo notato è che il Riotta, insieme a Marcello Sorgi, l'ex direttore anch'egli siciliano de La Stampa, quotidiano di Torino facente riferimento ad una certa azienda, il 30 marzo scorsi siano stati “promossi” a direttore del Sole 24 Ore ed a responsabile della pagine culturale del quotidiano di Confindustria rispettivamente. E questo ha scatenato le ire di certi poteri che hanno messo l'accento proprio sull'origine siciliana del giornalista, in modo così marcato e malevolo da indurre Parlagreco all'indignazione ("Fiorello, Riotta e Sorgi, i siciliani nel mirino. Per quale ragione?", SiciliaInformazioni.com, 4 aprile 2009):
L’accusa principale che viene mossa a Riotta è la modesta conoscenza dei problemi della finanza. Da qui lo sfottò, piuttosto squallido, sulla Borsa di Raffadali e Valguarnera Caropepe.
Sfottò mossi da Il Foglio di Giuliano Ferrara (Il Consiglio Quiz: Chi è che gestisce Giuliano Ferrara?), che proprio nel giorno della nomina aveva già ri-dedicato al giornalista palermitano un vecchio articolo dal tono altrettanto sarcastico diffuso ai tempi della sua nomina a direttore del TG1: “Se Gianni Riotta fosse buddista rinascerebbe telefonino” (IlFoglio.it, 30 marzo 2009)
Le due vicende (incendi alla Fiat e “promozione” di Riotta e Sorgi) sono correlate? Chissà. Bello fare cospirazionismo di alto livello di tanto in tanto. Preparatevi intanto alla prossima: alla raffineria di Gela sono avvenuti due incendi nel giro di pochi giorni. Cosa si muove a San Donato Milanese?
L'entità del danno collaterale in Sicilia sembra destinata ad aumentare ancora.
Riotta diffonde idee poco "ortodosse"
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[*] Si esclude qui a priori l'ipotesi mafia, pizzo ed armamentario antisiciliano vario, al quale in questa occasione non daremo mai e poi mai credito se non nella solita forma di “esecutori”.
Nota 9/04/09: Si era posto l'accento sugli strani incendi avvenuti alla FIAT di Palermo ed al petrolchimico di Gela. Ora le due seguenze vengono collegate dal grave incidente occorso stamane al direttore della raffineria di Gela, Alfredo Barbaro, investito da un camion FIAT, come specificato nei comunicati diramati. Nel frattempo viene data notizia di nuovi accordi tra ENI e Gazprom. Il mistero si infittisce.
2 commenti:
Non riesco a cogliere cosa tu, abate, ipotizzi. Per quanto mi riguarda ritengo certo che la FIAT, una tra la ristrettissima élite che prende i soldi, che lo Stato spreme ai cittadini, per fronteggiare "la crisi che attanaglia il popolo", ha interesse a "smontare" in Sicilia per andare a produrre in posti ove si possa sfruttare meglio la manodopera.
Peppinnappa,
per il momento non ipotizzo niente di preciso. Ho collegato due fatti che potrebbero non avere niente a che fare tra di loro, solo come "ipotesi investigativa".
Spiego meglio: a Palermo l'incendio e' doloso. Non ho dubbi su questo, grazie ai giochetti delle agenzie.
Se le agenzie ci giocano sopra, vuol dire che la matrice dell'attacco e' politica.
Quale siano le motivazioni non lo so. Forse anche quello che dici tu circa la fabbrica ha attinenza con questa storia. Forse anche i movimenti dei giornalisti (due siciliani ai vertici del Sole ti sembra poco?) che hanno attinenza con la Fiat e con Confindustria (leggi Montezemolo). Forse le motivazioni sono piu' di una.
Solo che tutto questo mi sembra indicare che gli scontri politici che vediamo in Italia girano ancora intorno alla Sicilia.
Ovviamente a farne le spese piu' degli altri alla fine sono i malcapitati indicati sotto la dicitura "danno collaterale".
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