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sabato, febbraio 02, 2008

Ragnatela di cemento

In questi giorni tutti impegnati a cercare di capire dove non c'è niente da capire. Prodi bis? Marini? Elezioni?

Si, perché la storia si sta svolgendo altrove. Per esempio tra le cartelle delle direzioni antimafia.

Volevano mettere le mani avanti. Chiudevano la loro sede in Sicilia per gettare fumo negli occhi. Ed a quelle mani in avanti ecco ora messe due belle manette.

Finisce così tutta la dirigenza della Calcestruzzi spa (succursale del colosso mondiale del cemento Italcementi). Tutta padana e tutta in prigione con l'accusa di favoreggiamento a cosa nostra.

Fin qui niente di nuovo: era già successo prima e succederà di nuovo. E qualcosa mi dice che questo avverrà molto presto.

La novità sta nelle modalità con le quali questo favoreggiamento di svolgeva:

L'amministratore delegato avrebbe favorito la creazione, non solo nella provincia di Caltanissetta e in Sicilia, ma anche su tutto il territorio nazionale, di fondi neri, «da destinare - secondo l'accusa - quantomeno in Sicilia, alla mafia»

L'azienda non era taglieggiata dalla mafia, almeno nel senso che si intende di solito. L'azienda di sua iniziativa e tramite la truffa nelle forniture di calcestruzzo costituiva dei fondi neri da destinare all'oliatura “preventiva” di certi meccanismi. (Il meccanismo era lo stesso sia che i fondi fossero destinati ai politici, sia che fossero destinati alla cosiddetta mafia. )

Il favoreggiamento sta nella parola “preventiva” usata sopra, ed è importante chiarire questo punto. L'imprenditore è vittima se arriva il delinquente o il politico chiedendo un'offerta per “evitare imprevisti”. Ma qui è l'imprenditore che propone l'affare al politico o al delinquente ponendosi al loro stesso livello.

Ed allora analizziamo quello che ha detto l'accusa: «da destinare quantomeno in Sicilia, alla mafia». Due cose da rilevare: quei fondi in Sicilia erano destinati alla mafia, mentre fuori dalla Sicilia (non lo dice quest'inchiesta, ce lo dicono i meccanismi svelati negli anni 90 da Di Pietro) erano destianti alla politica (a chi altri?). Ecco sorgere un parallelismo tra mafia e politica. La seconda cosa da rilevare è che questi fondi (in Sicilia) erano da destinare SOLO alla mafia. Nessuno si è accorto che manca qualcosa. Mancano i politici siciliani. Per lavorare in Sicilia la Calcestruzzi spa sembra non avesse bisogno di destinare fondi neri ai politici.

Scartando l'ipotesi di una classe politica siciliana irreprensibile, rimangono solo due possibilità: o ai politici i soldi li passava la mafia, o li passava Roma (destinazione dei fondi neri creati in altre parti d'Italia). In tutti e due casi ecco ri-svelato il meccanismo per il quale i politici siciliani non abbiano mai curato gli interessi della Sicilia.

Passiamo ancora oltre. Alla teoria secondo la quale il sottosviluppo economico nell'isola sia dovuto alla mafia. Se persino la Calcestruzzi spa la pagava, figuriamoci le aziende siciliane. La stranezza risiede nel fatto che mentre la Calcestruzzi spa prospera in Sicilia, le imprese siciliane languono. Eppure il pizzo lo pagano!

A poco a poco ci stiamo avvicinando a quel parallelismo tra mafia e politica accennato sopra.

La mafia non ha interesse alcuno a distruggere l'economia del territorio che controlla in quanto più soldi circolano, più soldi accumula. E proprio questo ragionamento doveva guidare i rapporti con la sussidiaria di Italcementi. E visto che a detta dei ben informati la mafia reinveste i profitti sui mercati finanziari con strumenti anche sofisticati queste cose le dovrebbe capire abbastanza bene.

Un comportamento (quello di impedire la crescita del tessuto imprenditoriale dell'isola) così spudoratamente insensato dal punto di vista economico da far venire il forte sospetto che i fini della mafia non fossero economici ma appunto POLITICI.

E quale potrebbe mai essere il fine politico se non quello della sottomissione dell'isola a Roma?

Abbiamo detto politici siciliani sottomessi a Roma o alla mafia che poi comunque persegue trame sempre riconducibili agli stessi fini. Ecco perché non vi è differenza nel modo in cui questi fondi neri venivano creati: erano destinati ad oliare un unico meccanismo oppressivo.

Il ragionamento ad alcuni potrà sembrare fazioso e forzato. Non preoccupatevi: altri dettagli verranno a galla che metteranno in luce ancora meglio queste infernali ragnatele.

Ma finiamo sempre con i nostri cari politici siciliani. Abbiamo detto che i soldi li prendevano dalla mafia o da Roma. Non dai Siciliani o dalle loro imprese. La mafia oramai è sul punto di diventare storia, ed in ogni caso al momento non ci sembra in condizioni di poter finanziare un granché. Da Roma i soldi diminuiscono di giorno in giorno a causa della crisi economica in cui versa l'Italia da tempo. Presto la crisi economica mondiale chiuderà definitivamente i rubinetti romani. Non possiamo che trarne le inevitabili conseguenze: la classe politica siciliana fedele all'invasore ha i giorni contati.

19 commenti:

rrusariu ha detto...

Beh sappiamo benissimo che dopo aver acquistato le nostre banche siciliane e le aziende che potevano fare in qualche modo concorrenza si è voluto gestire in proprio il business.

Oggi Miccichè ha scritto nel suo blog:
"Vi chiedo di aiutarmi a pensare:
quello che mi viene in mente in questo momento è che, dopo la “primavera siciliana”, tradita, è giunto il momento della “RIVOLUZIONE SICILIANA”.
Pensiamoci!"

Hai detto bene Abate Vella, questo è un'anno coi botti Siciliani.

Se poi nella penisola vorranno fare altre botti ben vengano.

Sarà che mercoledì 6 febbraio si riunisce ancora u Parlamentu Sicilianu, sarà perchè è Sant'Aita ma ricorderemo questa data!!!

Sant'Aita prìa u Signuri Ddiu/Allah ppi la Sicilia!!!!

Certo i Borboni non ci sono più tranne quello di Spagna, ma Nuatri avemu u Parlamentu, autri bbanni nzoccu hannu?
Accuminzamu nuatri!!!!!!!!

VIVA LA SICILIA!!!!!

Abate Vella ha detto...

Certo Miccichè con il suo chiedere le dimissioni di Cuffaro ha fatto molti "punti", ed anche se poi Cuffaro si è dimesso per altri motivi la sua voce ha avuto un peso.

Ora torna alla carica. Vediamo cosa vuole dire con queste parole. Il fatto che abbia promesso fedeltà eterna a Berlusconi (ricordi il post della telefonata a Berlusconi?) non è di buon auspicio.

Noi intanto spingiamo (con noi intendo i partiti veramente siciliani...) di modo che sia lui che gli altri siano costretti ad esporsi sempre di più.

Dici bene per il sud Italia. Non si vede niente di nuovo all'orizzonte. Mi sa che più che una rivoluzione politica come potrebbe esserci in Sicilia, da quelle parti si profila una vera e propria rivoluzione nelle strade (vedi la situazione di Napoli).

Andiamo avanti noi, ci seguiranno.

Anonimo ha detto...

Sicilia 1848 e Kosovo 2008: nulla è cambiato

continua a leggere su:

www.neoborbonicisicilia.it

Abate Vella ha detto...

Gonzalo,

Ma come mai nella lista dei 43 insorti che così spesso turi fuori non figura il Crispi?

Forse perchè amico degli inglesi, amici a loro volta dei Borbone?

Perchè vedi i Borbone erano riusciti a domare la rivolta siciliana solo mettendosi d'accordo con gli inglesi.

Inoltre è inutile che continui con la palese bugia degli appena 43 rivoltosi contando sul fatto che nessuno si vada a leggere il documento con attenzione: la lista include solo i CAPI della rivolta che NON furono perdonati.

43 sarebbe un numero altissimo persino oggi. Figuriamoci nell'800!

Guarda caso non solo non include il Crispi, il più grande dei traditori, ma include Ruggero Settimo, il presidente. Come numero 1. Forse perchè costui non aveva troppo in simpatia gli inglesi ed era un vero eroe Siciliano?

W gli eroi del 1848!!!!

Anonimo ha detto...

gonzalo traditore!

Anonimo ha detto...

Caro Abate,
credo che con l'ultimo post il signor Gonzalo abbia perso il diritto "morale" (lo dico da semplice lettore del tuo sito) di essere linkato a destra come sito di interesse. Per carità, può dire quello che vuole, anche qui, se è educato, anche se il suo ormai è quasi uno spam e nulla più.
Ci sono poche cose che un sicilianista, per quanto aperto al dialogo non vuole sentir dire, almeno in un sito sicilianista: una volta ha messo in discussione che potesse aver avuto ragione Federico II e non i papi bigotti e antisiciliani che lo osteggiavano ciecamente, altra volta ha messo in discussione il Vespro, poi la Rivoluzione del '48.
Per carità, nel merito ognuno può credere a ciò che vuole, e quando le distanze sono così radicali non mi interessa neanche il dialogo, sarebbe come parlare con un sostenitore del Risorgimento. Ma mi chiedo, oltre all'azione di disturbo, che cosa ci venga a dire in un sito sicilianista.
Viva gli eroi del '48!! Viva l'Indipendenza Siciliana! E, il sud, il sud,...quando si sveglia e si accoda ne riparliamo...
E adesso mi rivolgo proprio a Gonzalo.
Un post come questo dimostra che tu, quando parli di Confederazione tra Sicilia e Sud Italia, lo fai in maniera strumentale. Fosse per te dovremmo essere ancora in preda alla sbirraglia napoletana.
Buona fortuna col tuo sito e la tua politica, ma a me, proprio non me ne frega un accidente. I massoni mi stanno sulle palle(soprattutto quelli del XXI secolo) ma, se continui così, finirai per rendermeli simpatici.
LA MIA PATRIA E' LA SICILIA

Anonimo ha detto...

MAFIA: MASSIMO CIANCIMINO SU STRAGI DI FALCONE E BORSELLINO
Per mio padre fu esterna la matrice delle stragi

(ANSA) - PALERMO, 29 GEN - Mio padre era convinto che la mafia avesse fornito solo la manovalanza delle stragi del '92. E' quanto afferma Massimo Ciancimino. Il figlio di don Vito, l'ex sindaco mafioso di Palermo, ha rivelato che il padre sosteneva che le stragi di Falcone e Borsellino avessero una matrice diversa. Ciancimino jr sara' ascoltato oggi nell'ambito dell'indagine sui mandanti esterni delle stragi del '92 dalla procura di Caltanissetta che lo ha convocato dopo una sua recente intervista a Panorama.

Abate Vella ha detto...

Caro Nebròs,

ti ringrazio per la segnalazione. Ho aggiunto il link all'Ansa tra gli approfondimenti.

Come vedi le cose dette su queste pagine e su tanti altri piccoli siti come questo (e come il tuo, a questo punto devo intendere...) riguardo alla mafia trovano sempre più conferma nelle indagini delle varie procure.

D'altronde non diciamo niente di strano. Divulghiamo solo quello che tutti i siciliani che sono stati almeno una volta nella stanza dei bottoni sanno ma che non hanno le palle per dire.

Abate Vella ha detto...

Caro Massimo,

certo l'articolo di Gonzalo mi ha deluso molto. Ma non perchè il nostro la pensi a quel modo, ma perchè mi rendo conto della precisa volontà di impedire qualsiasi tipo di discussione o di avvicinamento. Non una differenza di idee ma una tattica puramente politica. Tutto questo rimescolare il torbido mi sa solo di operetta teatrale. D'altronde il paragone Sicilia-Kosovo era già stato usato da qualcuno. E manco a farlo apposta da quelli che Gonzalo giudica suoi nemici giurati: i giornalisti di Repubblica, come riportato da Focus Trinakria (http://laquestionesiciliana.blogspot.com/2007/12/kosovo.html)

Stranamente quando si tratta di Sicilia, tutte le parti sono d'accordo sul da farsi.

Comunque, al momento terrò il link anche se sotto osservazione. Vediamo cosa produrranno i rimescolamenti delle prossime elezioni.

Anonimo ha detto...

Caro Abate,
probabilmente non c'è Crispi perchè quando scoppiarono i moti, all'età di 29 anni, era a Napoli a fare l'avvocato.

Ho preso atto del tuo pensiero ed al tuo "evviva" finale, ma mi aspettato che avresti ribattuto
dimostrando quanto asserisci con qualche documento storico, qualche dichiarazione scritta, considerando che le chiacchiere sono belle quando si sta al bar, ma che diventano inutili in discussioni come questa; mi auguro che non sia stata questa difficoltà a dimostrarmi le tue
improbabili opinioni per cui hai preferito sguinzagliarmi contro il tuo pit-bull, lasciando li per
giorni e giorni, in bella evidenza, una grave offesa nei miei confronti.
Sei tu che mi hai deluso.


Al "Sig." Massimo invece dico:
La tua "moralità" mi fa sorridere e dice parecchio su che tipo di persona sei: per te infatti è
da allontanare una persona che ha delle opinioni diverse ma è educata, mentre chi insulta è incoraggiato, perchè ci vai d'accordo.

Anonimo ha detto...

Una persona educata che entra in chiesa e esclama "Dio non esiste", e se qualcuno protesta dice "mi insultano, io sono educato, non mi fanno parlare", come deve essere trattata?
Gettare fango sull'indipendentismo siciliano in un sito sicilianista è forse anche tollerabile, ma sino a un certo punto; quando capirai che gli insulti sono soltanto provocati a sua volta dalle tue provocazioni? E che esistono mille forum dove esternare pacificamente le farneticazioni duosiciliane? IO non ho detto che non puoi parlare (e potrei dirlo bene) ma che stai spammando un sito sicilianista e che - secondo me - non sei un amico dei sicilianisti la cui lettura è degna di essere consigliata. Per me non sei nè più nè meno di un garibaldino convinto con il quale non c'è nessuna possibilità di dialogo per mancanza dei fondamentali,a cominciare per il rispetto dei più sacri valori altrui.
Se questa è maleducazione...

Abate Vella ha detto...

No no, Gonzalo.

Crispi allo scoppio della rivoluzione in Sicilia non era a Napoli a fare l'avvocato. Era su una nave alla volta della Sicilia, dove si unì ai rivoltosi.

Ora però in questa storia c'è qualcosa di strano: secondo tutte le biografie (agiografie?) di Crispi, questi non fu amministiato dal Borbone (ho controllato su varie enciclopedie, sulla biografia di Sergio Romano e su wikipedia) e dovette riparare in esilio.

Il documento collegato al post di Gonzalo invece non mette nell'elenco il liberale di Ribera.

Come stanno realmente le cose? Qualcuno ha notizie più precise in merito?

rrusariu ha detto...

Stavo giusto scrivendo una risposta a Gonzalo, ma la linea tele.... cadde (forze oscure?)

Su wikipedia c'è succintamente la carriera del politico

"Crispi proveniva da una famiglia Arbëreshë[1]. Nel 1846 iniziò l'attività di avvocato a Napoli. Il 12 gennaio 1848 allo scoppio della rivoluzione siciliana a Palermo si affrettò a raggiungere l'isola e prese parte attiva alla guida dell'insurrezione. Dopo la restaurazione del governo borbonico 15 maggio 1849 fu escluso dai benefici dell'amnistia e costretto a rifugiarsi in Piemonte.

Qui cercò invano di ottenere un impiego come segretario comunale di Verolengo e si ridusse a sbarcare il lunario facendo il giornalista. Coinvolto nella cospirazione mazziniana di Milano del 6 febbraio 1853, fu espulso dal Piemonte e costretto a rifugiarsi a Malta e in seguito a Parigi. Espulso anche dalla Francia, raggiunse Mazzini a Londra, dove continuò a cospirare per il riscatto dell'Italia.

Il 15 giugno 1859 rientrò in Italia dopo aver pubblicato una lettera in cui si opponeva all'ingrandimento del Piemonte, autoproclamandosi fautore di uno stato italiano unito e repubblicano. Per due volte quell'anno percorse, in incognito, varie città siciliane, preparando l'insurrezione del 1860."

Certo da partire da Napoli e arrivare a Palermo in tempo di relazioni difficili non mi sembra un granchè, se poi il nostro dopo il tentativo milanese ripara giusto giusto a Malta, dove c'è già anche Ruggero Settimo, si vede che godeva di qualche occhio benevolo. Dalla Sicilia scappò in Piemonte e non andò a Malta, questo dice che il nostro lavorasse per conto d'altri!!!

Concordo con Massimo, siamo un sito che svolge un libero dibattito, ben vengano certi contributi, visto che Gonzalo è comunque siciliano, come io andrei nel suo sito a commentare , ma non vado a casa d'altri ad offendere meno che mai in una chiesa!!!

Anonimo ha detto...

"Il 15 giugno 1859 rientrò in Italia dopo aver pubblicato una lettera in cui si opponeva all'ingrandimento del Piemonte, autoproclamandosi fautore di uno stato italiano unito e repubblicano. Per due volte quell'anno percorse, in incognito, varie città siciliane, preparando l'insurrezione del 1860."

ci vedo una contraddizione.
ma poi smettiamola di andare appresso a gonzalo che non fa altro che tirare fuori argomenti del passato che non hanno nessuna attinenza con il presente. chi se ne frega del 1848.
i problemi attuali nascono dal 1860, certo se la rivoluzione del'48 fosse andata in porto non ci sarebbe stata l'assoggettamento nel 1860.
ma se facciamo questo ragionamento arriaviamo fino alla protostoria.
qui si pensa al presente dando un'occhiata al passato e non il contrario.

Anonimo ha detto...

All'amico(?) gonzalo:

quello che non hai capito e che la rivoluzione del '48 si inserisce coerentemente in un percorso storico millenario di costante aspirazione della Sicilia alla propria libertà ed autodeterminazione.

Del resto le rivolte siciliane successive al 1860 stanno a dimostrare tale assunto.

La verità è invece un'altra:

se i siciliani si servirono dei finanziamenti inglesi, lo fecero per una causa di libertà e a favore della loro terra.

I napoletani, invece, accettarono i soldi inglesi per tradire la loro patria ed il loro re!


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“…la Sicilia fu la più restia di tutte al corso comune, vaghissima di far casa in disparte, e poco tocca o commossa dalle esterne vicissitudini…”

Vincenzo Gioberti



“…La Sicilia parve non aspettare che luogo e tempo a sottrarsi alla dominazione italiana…”

Cesare Cantù



“In Sicilia la questione dell’indipendenza prevaleva sempre su tutte le altre. Nel loro zelo di rendere libera l’Isola, Nobiltà, Clero, Gesuiti, Avvocati, Mercanti, Contadini erano all’unisono.”

Bolton King



“…la coscienza nazionale siciliana, istintivamente fiera e gelosa delle istituzioni, dei costumi e delle tradizioni indigene, trovava il fulcro nella sua propria secolare autonomia e nelle franchigie costituzionali isolane”

Ernesto Pontieri



“E’ innegabile che la Sicilia è una razza a parte e che il suo sogno secolare è invariabilmente la propria indipendenza”

Renè Bazen



“…la Sicilia si è sempre rifiutata di pagare nulla di quanto il Dittatore (Garibaldi) le domandava…Egli ordinava la leva e nessuno si presentava…qualche volontario che veniva al mattino, se ne partiva la sera, portando con se fucile, scarpe, coperte…”

Nino Bixio



“ …i siciliani nel 1848 si apparecchiarono e serbarono le armi non all’indipendenza vera e nazionale d’Italia; ma, profanando il nome, a quella che si osò chiamare indipendenza di una provincia italiana…”

Cesare Balbo



“La Sicilia ha dimostrato in numerose occasioni di vivere una vita a carattere nazionale proprio, più che regionale.”

Antonio Gramsci


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Art. 1 La religione dello Stato è la cattolica apostolica romana. Quando il re non vorrà professarla sarà ipsofacto decaduto.

Art. 2 La Sicilia sarà sempre Stato indipendente. Il Re de' Siciliani non potrà regnare o governare su verun altro paese. Ciò avvenendo sarà decaduto ipsofacto. La sola accettazione di un altro principato o governo lo farà anche incorrere ipso facto nella decadenza.
Art. 3 La sovranità risiede nella universalità dei cittadini Siciliani: niuna classe, niun individuo può attribuirsene l'esercizio.

I Poteri dello Stato sono delegati e distinti secondo il presente Statuto.

( STATUTO COSTITUZIONALE DEL REGNO DI SICILIA, 1848)


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“Nun mettu peccu a Grecu o Germanisi,

Ne a Toscu o Francu, a Latino o Spagnolu;

Ma bedda carta mi canta in cannolu

Lingua e paisi.

E pri sta lingua sugnu tantu vanu

Ca mortu e prima d’esseri urvicatu

Lu miserere lu vogghiu cantatu

‘n sicilianu.

Sarrà in latinu ben fattu e ben dittu

Ma un miserere in lingua nostra misu

l’arma mi fa jiri ‘mpararisu

drittu pi drittu!”

( da Ignazio Scimonelli)



“Viva la matri nostra. Iddiu la guardi!

Amatila e ‘un circati ‘na matrigna…”

( Giovanni Meli)

Abate Vella ha detto...

Il problema che volevo sollevare è il seguente: secondo le biografie di Crispi questi fu coinvolto nella rivoluzione del 48 e fu per questo costretto all'esilio. Il documento linkato da Gonzalo (http://www.google.it/books?id=GLszAAAAIAAJ&pg=PA62&dq=ruggiero+settimo+la+farina&as_brr=1#PPP1,M1)
contiene l'elenco dei non amnistiati. Crispi non compare.

Il libro segnalato da Gonzalo è del 1849. Quindi una sua inesattezza sarebbe alquanto strana.

Se la lista è completa ed esatta, ne deve conseguire che la biografia (agiografia?) ufficiale del Crispi è stata falsata. O perchè il Crispi non prese effettivamente parte ai moti ed a posteriori lo si incluse per incrementarne le credenziali rivoluzionarie e per gettare fango sui moti del 1848 o perchè fu graziato sotto pressione inglese.

Se la lista è inesatta (per difetto...), mi chiedo che valore abbiano questi documenti.

Parlare di questi fatti è pertinente alla linea tenuta da Il Consiglio. Questo blog non è strettamente politico, e ci siamo già occupati del passato, sino alla preistoria (Da dove vengono i Siciliani).

Queste sono le osservazioni da fare, caro Gonzalo. Non se i rivoltosi erano 2, 43 o 430.000

Abate Vella ha detto...

Riposto il link:

http://www.google.it/books?id=GLszAAAAIAAJ&pg=PA62&dq=
ruggiero+settimo+la+farina&as_brr=1#PPA62,M1

Anonimo ha detto...

Signor Massimo,

Lei scrive: "credo che con l'ultimo post il signor Gonzalo abbia perso il diritto "morale" [...] di essere linkato a destra come sito di interesse."

Queste parole di per sè sono gravissime. Se si è convinti delle proprie opinioni non si deve temere opinione. Ritengo che stilare delle liste nere non si addica a un popolo e a una nazione civile. Prenda esempio dagli Inglesi. Personalmente non mi stanno molto simpatici, ma in quanto a "liberalità" e dialettica con chi la pensa in maniera diametralmente opposta, possono dare lezioni a tutto il mondo.

Io sono indipendentista fino al midollo, ma non ho paura di leggere e dissentire dalle opinioni di Gonzalo. E per me le opinioni di Gonzalo sono le benvenute. Del resto, Gonzalo ha sempre dimostrano un livello di buona educazione difficilmente riscontrabile in tali altri interventi.

Nostro Signore Gesù Cristo si è fatto umiliare e malmenare, fino al sacrificio estremo della morte, e sempre amando i suoi persecutori. Questo, credo, sia il grande lascito della Civiltà Cristiana in Europa, ciò che ha cambiato per sempre la storia dell'umanità, ovverosia l'Amore, il rispetto per il prossimo, il considerare l'altro persona tale e quale a te, Fratello da amare e da rispettare, non perché stia scritto in un'astratta carta dei Diritti Umani, ma perché così è tra figli dello stesso Padre. Pertanto, anche se mi posso sentire offeso da Gonzalo, dall'Abate Vella, da Massimo, o da chicchessìa, non mi permetterei mai di puntare l'indice o di additare il mio interlocutore al pubblico ludìbrio come farebbe un giacobino.

E poi, mi consenta, non vorrà mettersi a dare patenti di "buon sicilianista" spero! Mi auguro che non voglia mettersi a scrivere un Credo "laico" da recitare come professione di fede al Sicilianismo. Mi sembra che se le nostre ambizioni sono quelle di riscatto di tutta una Nazione, mettersi a fare i settari può essere soltanto controproducente.

Poi lei continua: "una volta ha messo in discussione che potesse aver avuto ragione Federico II e non i papi bigotti e antisiciliani che lo osteggiavano ciecamente"

Non le pare che questa frase la faccia sedere a pieno titolo accanto a Gonzalo in quanto a tentativi malcelati di voler scrivere la storia a proprio piacimento? A me pare proprio di sì.

Per concludere vorrei copiare e incollare la citazione riportata da Dantes di Bolton King:

“In Sicilia la questione dell’indipendenza prevaleva sempre su tutte le altre. Nel loro zelo di rendere libera l’Isola, Nobiltà, Clero, Gesuiti, Avvocati, Mercanti, Contadini erano all’unisono.”

Ecco, se c'è una Sicilia che credo sia esistita in un certo momento storico è proprio quella descritta dal King. Mi auguro che in futuro questa "comunione" tra le varie anime del nostro popolo possa ritornare attuale e che si ritorni ad essere all'"unisono" nelle legittime e naturali differenze, come avviene in ogni famiglia che si rispetti.

Altrimenti, amico mai, se la dobbiamo pensare tutti nella stessa maniera, siamo al totalitarismo bello e buono. E non credo che i totalitarismi abbiamo mai attecchito in Sicilia.

Cordiali saluti,

Ultimo

Abate Vella ha detto...

Caro Ultimo,

ti ringrazio per il sentito commento che non posso non condividere per quanto riguarda i concetti di libertà di parola e la considerazione ed il rispetto per il prossimo. Sono sicuro però che le parole di Massimo non siano mosse da desiderio censorio, ma da una sincera (e comprensibile) amarezza.

Il sito di Gonzalo per il momento rimane linkato, anzi appena ho il tempo devo espandere la lista di siti dedicati alle Due Sicilie. Sapere cosa succede da quelle parti è importante per la Sicilia, anche se i "Duosiciliani" di astio nei nostri confronti ne nascondono da vendere.

Devo però rilevare che anche se Gonzalo (uno dei caratteri più controversi di tutto l'ambiente, - e questo malgrado tutto me lo rende simpatico) è il benvenuto su queste pagine, non può pensare di chiedere trattamenti di favore, visto come sono trattati i Siciliani sul suo forum e visto il tipo di immondizia che pubblica riguardo alla storia della Sicilia e del Regno delle Due Sicilie.

Quello che ha scritto sul post incriminato lo sa anche lui che è falso. Gonzalo sa benissimo che a sconfiggere i Siciliani nel 49 furono gli inglesi e non i Borbone. Gonzalo sa benissimo che molti dei capi della rivolta del 48 non parteciparono poi alla vergogna del 1860. E sa benissimo che quella lista di 43 non amnistiati è una lista lunga e pesante, se si pensa a quanto seguito avessero le persone elencate.