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lunedì, aprile 04, 2011

Oncologia

La Sicilia è l'unica regione italiana ad essere perennemente commissariata dallo stato centrale tramite la nomina (politica) di uno specifico “commissario” mirata a colmare il vuoto (legale) lasciato dalla disattivazione dell'Alta Corte Siciliana.

Massimo Costa in un recente articolo (“La reale posta in gioco nelle autostrade siciliane”, SiciliaInformazioni.com, 30 marzo 2011) ha evidenziato come la percentuale di ricorsi vincenti presentati da Palermo contro le impugnative di suddetto commissario sia vicina allo zero.

La diatriba tra stato e Regione sulla gestione delle autostrade siciliane ha nuovamente posto sotto la luce dei riflettori la gattopardesca situazione, che a parti culturalmente invertite vede un governo retrivo sbilanciarsi nel tentativo di bloccare il temuto rinnovamento Siciliano.

Il commissario questa volta ha impugnato la legge secondo cui il CAS (Consorzio Autostrade Siciliane) veniva trasformato in Ente Pubblico Regionale. Ma dato che, Alta Corte o non Alta Corte, questa partita si gioca su più fronti, il TAR Sicilia ha risposto con un gesto altamente teatrale... sospendendo lo stato italiano!

E' ancora difficile dire quanto vincente questa mossa si rivelerà nel prosieguo. Intanto l'efficacia del decreto interministeriale del 5 luglio 2010 che aveva disposto la decadenza della concessione tra l’ANAS SpA ed il Consorzio per le Autostrade Siciliane, decreto che nei fatti aveva gratuitamente sottratto la proprietà delle autostrade ai Siciliani, è stata sospesa sino all'udienza del prossimo 22 luglio (“Autostrade, Tar Sicilia sospende decadenza concessione al Cas”, BlogSicilia.it 2 aprile 2011).

Una decisione, quella del TAR isolano, alla quale è difficile non ascrivere una pesante componente politica da inquadrare nel decennale scontro tra il premier Berlusconi ed il potere giudiziario e nella recente alleanza tra il Presidente Lombardo e Fini (o meglio i poteri che dietro di lui si agitano) in funzione squisitamente anti-berlusconiana.

La decisione del TAR indica così una ulteriore escalation dello scontro istituzionale in atto nel paese, uno scontro che forse non può più essere definito nemmeno “istituzionale” tanto efferato esso è diventato: Michele Santoro dopo aver ascoltato in trasmissione Cicchitto e Belpietro descrivere chiaro e tondo la natura politica dello scontro con la magistratura, ha dichiarato che “se è così, se la diagnosi è corretta, le istituzioni sono finite” (“Michele Santoro ascolta Cicchitto e Belpietro”, SiciliaInformazioni.com, 1 aprile 2011).

La “disgrazia” della guerra in Libia (Si veda il post "Surriscaldamento Globale") è stata probabilmente la causa della scintilla che ha portato a questo passo avanti nella dissoluzione dello stato italiano unitario. Il sito di Sky, l'azienda del magnate australiano Murdoch, da sempre nemica di Mediaset, tiene sempre in bella evidenza un articolo che descrive quanto stia tremando il nord Italia a causa della situazione nord-Africana (“Dalla Juve a Unicredit, ecco chi trema con Gheddafi”, 21 febbraio 2011), e non è certo un bel leggere per i padani.

Come se non bastasse, la banca dati del fisco italiano sta restituendo una figura dell'evasione fiscale sul territorio nazionale che non lascia scampo alle aziende settentrionali (“Radiografia dell’evasione in Italia: maglia nera a Messina e Caserta”, Corriere.it 4 aprile 2011):

“[A nord] le somme che non vengono versate nelle casse dell'erario sono molto elevate, mentre nelle zone povere, anche se l'evasione è alta, si può recuperare meno.

Al sud l'evasione è molto più diffusa ma anche estremamente parcellizzata, ed il suo recupero potrebbe rivelarsi poco efficace e costoso. La conseguenza è che lo stato non potrà fare altro che concentrare gli sforzi per rastrellare il denaro necessario al suo stesso sostentamento al nord, dove a quanto pare una parte dei mancati pagamenti è già da addebitare ad aziende che a causa della crisi semplicemente non possono pagare.

L'aumento della pressione non farà altro che esacerbare la crisi bloccando ulteriormente il sistema produttivo padano: lo stato che divora se stesso trasformandosi in cancro.

Tutto questo mentre un altro uragano sta per avvicinarsi.

La continua crescita del costo delle materie prime (petrolio, grano su tutti) e la conseguente inflazione rischiano di portare il sistema finanziario globale ad un nuovo collasso. Per evitare che ciò accada si può fare finta di niente (come del 2008) oppure si può seguire un'altra strada: quella di aumentare i tassi d'interesse incrementando il costo del denaro per raffreddare l'economia.

In pratica questa misura pregiudicherà nuovamente la crescita, ma non agirà sulle diverse economie nazionali allo stesso modo. Essa scaverà un solco ancora più ampio tra le economie “forti” quali ad esempio la Germania, e quelle deboli che saranno scaraventate in una nuova spirale di recessione. Tra queste ultime direi che possiamo porre anche l'Italia.

La BCE (la Banca Centrale Europea), secondo il Financial Times, dovrebbe alzare i tassi d'interesse già nei prossimi giorni (“The punch bowl has to go but the timing is key”, 1 aprile 2011):

Prima che l'economia si surriscaldi generando inflazione, le banche centrali devono iniziare ad alzare i tassi d'interesse. (...)

A Jean-Claude Trichet della BCE piace esprimersi attraverso parole in codice durante la sua conferenza stampa mensile. Il mese scorso ha detto che la BCE rimaneva in “forte vigilanza”, che era un promessa virtuale di un incremento dei tassi questo mese.


Con la inevitabile conseguenza di velocizzare la propagazione delle metastasi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai ben detto Abate!!!

Oggi nell'attraversamento dell'ex Repubblica di Venezia fino all'estremo confine occidentale è tutto un turbillon di lavori. Per giunta dopo decenni stanno rifacendo il ponte sul confine della Repubblica Veneto con il Ducato di Milano, ovvero sull'Adda, per l'Alta Velocità.

Nel giro 4-5 anni hanno rifatto tutte le strade e nuove bretelle autostradali, per parlare solo della Lombardia.
Quando partii nel 1970 era in costruzione la "Catanese" che poi al Bivio Manganaro si divideva tra il prosieguo per Katania e l'altro per Girgenti. Dopo 40 anni, stesso tracciato, hanno dovuto adeguarlo per rispetto della normativa... poi appena si esce... lu skassamentu!!! Strade mal mantenute, frane a gogo, etc. etc...

Nella giornata ferragostana del 2010, mi accinsi a visitare un amico a Corleone, per strada incrociai parecchie vetture con alti ufficiali di polizia,gdf,carabinieri quanto basta per fare ammunia, e dissi all'amico che c'era Maroni e Alfano a Corleone.

Mi dissi ma con queste strade da Marineo a Corleone avrebbero senz'altro evitato con l'elicottero. Ad un certo punto miracolo!!!!!!!!!!!!!
La strada diventa a doppia corsia con tanto di svincolo simil-autostradale, contento che avessero fatto il miracolo l'Angiolino Joly per la strada che conduce per il suo feudo agrigentino, rimasi deluso un paio di kilometri dopo.

Un bel cartello segnalava la fine dell'ammodernamento a cura dell'ANAS.

Questi ministri siciliani sono solo leccac.lo!!! Mi fanno schifo!
Il problema che la gente che sta in Sicilia aspetta chissà che cosa.
In Padania, visto anche la richiesta di esercito regionale, decidono e fanno, e si fanno dare il cash completo per l'opera.
Non come un certo senatore sindaco di una cittadina etnea che si è fatto finanziare un "pezzo" di autostrada, si lui è pezzo di m.... come tanti altri tipo quello che fa fozzasud...

Amir Abbad

Anonimo ha detto...

Messaggio per Massimo Costa:

DEVI farti avanti e scedere in politica. Avresti il mio sostegno ed il mio attivismo. Fallo per la tua Terra e la tua gente!
Luca

Anonimo ha detto...

Grazie Luca,
lo prendo come un attestato di grande stima.
Ma la politica è una cosa di testa, non di cuore o di pancia. A parte il fatto che io ho un compito ben preciso e importante in questo momento, e che sarebbe solo offuscato da un'attività politica diretta.
A parte il fatto che ho maturato una convinzione ferma sul fatto di non essere personalmente vocato alla politica, ti sembrerà strano,...e non si fa quel che non si sa fare bene.
In ogni caso sarebbe un inutile suicidio. Mi farei strangolare in culla. Col senno di poi la mia candidatura alle comunali di Palermo nel 2007, al di là della testimonianza, visto che non poteva aver seguito, non è stata una mossa azzeccata.
E credo tutti dobbiamo imparare dall'esperienza.
E, per quel poco che valgo e che conto, ho ottenuto molto di più con quello che ho fatto in questi 4 anni che non nei 4 precedenti di militanza attiva ne L'Altra Sicilia.
Quella fase, almeno per me, è chiusa per sempre. Quella che si apre mi pare anche più esaltante. Io lavoro per le istituzioni siciliane, per la Sicilia, non più per un partito.
Altri dovranno farlo, e lo faranno, ne sono sicuro.
Massimo Costa