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venerdì, dicembre 18, 2009

Assedio nella steppa

Termini Imerese è un fulcro intorno al quale si muovono tante leve ma come ogni fulcro rimane immobile ed indifferente. In equilibrio tra le diverse forze. Allo stesso modo, la questione di Termini appare enorme se vista alla distanza, con leve che sembrano muoversi da un continente all'altro. Ma quando poi ci si avvicina, ci si accorge che non c'è assolutamente niente e che alla fin fine il futuro della fabbrica FIAT per la Sicilia conta poco. Anzi, nulla.

Conta nulla perchè quella di Termini Imerese è una fabbrichetta marginale di un “business” in forte crisi che può essere sostituita in ogni momento. Basta la volontà politica. Conta nulla perchè nei fatti la questione della SicilFIAT non ha alcun risvolto economico o sociale. Essa è solo ed esclusivamente una questione politica.

I caroselli dei sindacati, le vuote e mai decisive “veline” diramate dall'azienda torinese, le ardite difese del Governo Siciliano e le repentine prese di posizione di uno Scajola qualunque, sono solo voti e baratto politico nella triangolazione Sicilia, Arcore, Europa.

Con i lavoratori dello stabilimento e dell'indotto a fare da ostaggio nelle mani di Berlusconi e dei suoi nemici globali. Palermo deve solo fare argine, perchè il tempo gioca a suo favore.

La questione ha preso quota all'interno delle trattative per l'acquisto di Opel da parte di una cordata russo-canadese appoggiata dal Primo Ministro russo Vladimir Putin.

In quel frangente Marchionne, anche lui interessato all'affare, nell'imminenza delle elezioni europee (si veda il post “Carburante elettorale”) ebbe buon gioco nel ricattare Silvio Berlusconi, al tempo più vicino a Raffaele Lombardo, minacciando la chiusura di Termini con relativa perdita di voti.

L'affare Magna (dal nome dell'azienda canadese decisa a rilevare la Opel dalla General Motors) andò avanti grazie al gradimento del governo tedesco e il Presidente del Consiglio italiano fu costretto a capitolare ed a discutere con Putin possibili compensazioni per FIAT in Russia.

In altre parole, da questo momento Marchionne (e tutto quello che gli sta dietro) sono alleati di Berlusconi che nel frattempo, dopo le scorse europee, si è riposizionato ad una certa distanza dall'MPA.

Il 7 ottobre 2009 Marchionne si incontra a Mosca con Putin, seguito pochi giorni dopo dal pecoraio, per dare corso agli accordi già presi da qualche tempo (si veda il post “Colpo di coda”). Malgrado questo il calvario dei lavoratori siciliani non è terminato in quanto ora la chiusura è minacciata non come schiaffo a Berlusconi ma su suo mandato. Un modo come un altro per tenere sulle spine Raffaele Lombardo e per non fargli alzare troppo le ali.

La posizione economica generale della Regione Siciliana non è poi tanto malvagia se si pensa ai rating delle varie agenzie di valutazione. Recentemente Moody's ha confermato un A1 mentre Standard and Poor's ha fatto lo stesso con il suo A+ : “secondo S&P, la forza dello statuto autonomo della Sicilia e' un fattore chiave per il rating.

Tanto per fare un confronto, la Grecia, la cui situazione è una delle più precarie dell'intera Europa, secondo la Standard and Poor's ha oggi un rating BBB+.

I greci però di farsi sbranare dai lupi delle banche occidentali non ne vogliono sapere e quindi, come aveva già fatto l'Islanda qualche mese fa, si sono giocati la carta orientale ed hanno sventolato in pubblico la predisposizione dei cinesi a coprire il debito ellenico tramite l'acquisto di 47 miliardi di bond che Atene emetterà il prossimo anno ("La sindrome cinese", La Repubblica 10 dicemnre 2009). In questo modo i levantini sperano di arginare il tentativo dei mercati finanziari di portare sempre più stati europei al fallimento in modo da farli cadere nelle mani dei burattini di Bruxelles.

Marchionne e Berlusconi a Termini stanno tentando una manovra simile, cercando di affamare di voti l'esecutivo siciliano per portarlo al collasso ed alla resa. Una manovra velleitaria con pochissime se non nessuna possibilità di successo, ma capace di causare comunque danni cosnsistenti.

A Palermo, dicevamo, non devono fare altro che temporeggiare nell'attesa della fine di quel cavaliere solitario e solo. Certo l'attesa può diventare noiosa, per cui qualche diversivo di tanto in tanto gli assaliti se lo concedono per tentare di arginare l'irruenza degli assalitori.

Ecco allora spuntare l'ipotesi cinese, secondo cui sarebbe la Chery a rilevare la fabbrica siciliana, a pochi giorni dalle rivelazioni ateniesi. E poi anche quella indiana.

Ma il messaggio principale non è destinato nè al lingotto né ad Arcore. E' tra le fredde steppe russe, a Mosca e tra i corridoi del Cremlino che il messaggio deve arrivare.

12 commenti:

amicopaolo ha detto...

ciao Abate,
condivido la tua analisi come elaborazione del tramonto di Berlusconi come sconfitto politico nel panorama Internazionale e conseguentemente su quello italiano.
Rimanendo nei nostri confini, il Pduista elaborato a berlusconismo che diamo per spacciato,oggi, è tutt'altro che agonizzante, anzi, sprizza vitalità e sta cercando di piegare l'opposizione ha emarginare Di Pietro.
Secondo me, tutti sperano nei suoi 78 anni di età come fine di legislatura e mancanza di successione come leader berlusconiana che tutti e non solo in Italia davano per scontato Fini.
Credo che il Fini stìa cominciando a tirare calci perché abbia cominciato a capire che il berlusca, in segreto ma non tanto, ha destinato la sua successione a Tremonti come suo discepolo capace di stare tra oriente ed occidente.
Per quanto riguarda Miccichè e i suoi slogan di autonomia dal Berlusca, ti ricordo che in una tribuna politica ufficiale "EXIT" di due settimane fa, alla domanda della conduttrice:faccimo uno scoop e dichiari ufficialmente il suo partito del sud, lui ha risposto che deve essere berlusconi a dirlo.
Questo è il disegno politico non ancora formalizzato del berlusconismo che prevede una sola Italia divisa in due mercati della politica(nord e sud) sotto l'ala PDL.
Il nord proiettato nei quadri europei e occidentali e il sud in quelli russo-mediterranei.

amicopaolo ha detto...

Non so se questa mia analisi su Berlusconi possa avere credito e tantomeno che possa avere successo, ma darlo per sconfitto, al momento, non mi convince.

Abate Vella ha detto...

Amicopaolo,

nelle linee generali la tua analisi direi che collima con la mia.

Sicuramente la P2 non e'ancora finita, anzi e'ancora forte.

Per come leggo gli eventi io, dico pero' che non ha grosse speranze di prolungare nel tempo questa sua forza.

Su Tremonti, sino a poche settimane fa la pensavo esasttamente come te, solo che ultimamente é sceso un po di freddo tra lui ed il Berlusca. Ma potrebbe essere anche una tattica.

Sui quadri russo-mediterranei, anche se questo é l'orientamento dobbiamo ricordare che nel Mediterraneo sono arrivati i cinesi, stanno per arrivare gli indiani ed i brasiliani. Sta per risorgere l'impero ottomanno e l'islam in generale. Ed é proprio qua che la Sicilia (e tutto il sud) si gioca le sue carte: nell'equilibrio tra le diverse potenze. E'a questo indirizzo che mirano le due velleitarie notizie riguardo indiani e cinesi a Termini.

Infine l'unico punto in cui credo di essere in disaccordo con te: Micciché. Scusa, ma la dichiarazione da te riportata dimostra che Micciché NON é succube di Arcore, altrimenti non si sarebbe mai azzardato a scoprirsi in quel modo.

"Lo deve dire Berlsuconi" e' una vera e propria minaccia, che indica che il comportamento di Palermo sará conseguente a quello del Presidente del consiglio. Micciché ha avvertito il suo capo di non tirare troppo la corda: potrebbe licenziarsi.

amicopaolo ha detto...

Il comportamento di Miccichè a me non appare ne succube, ne di sudditanza. Secondo me, Miccichè e Berlusconi con l'avallo di Dell'Utri sono in piena complicità e nel rispetto reciproco dei loro giochi. Nelle vicende siciliane sono costretti con Lombardo (anch'esso della partita) a tirare troppo la corda e lasciare spazi a fraintendimenti, ecco perché quella dichiarazione su EXIT, per me è stato un messaggio di rassicurazione e fedeltà al loro progetto.

amicopaolo ha detto...

Il progetto politico berlusconiano è fallibile perchè sicuramente arduo, ma quali sono le forze che remano contro?
1)PD e IDV perché servi dei banchieri italiani ed europei filo anglo-americano.
2)UDC perché servo ecclesiastico e perché elettoralmente è sud dipendente(se non fosse per Cuffaro non sarebbero nemmeno in Parlamento).

Nel primo caso, esaminare la forza di un PD distrutto da Dalema e costretto all'opposizione Dipietrista e nello stesso tempo costretto a prenderne le distanze per non sparire credo che perdiamo tempo, mi appare anche inverosimile che il Di Pietro Nazionale e cane fedele di una Magistratura deviata in consorteria con De Benedetti e compagnia possa riuscire nei suoi intenti, ormai palesemente eversivi agli occhi di tutti.

Nel secondo caso il problema principale lo vedo nelle sembianze del potere PAPALINO più che di un Casini che mi appare come un vincente tra i falliti.

La vera partita Berlusconi la combatte fuori dai confini Nazionali e non è detto che non riesce a trovare gli equilibri in Europa o a fargli accettare comunque la sua politica e la sua visione dell'Italia nel panorama Internazionale.
Ragazzi non ci vorranno decenni per capire come finiranno i giochi e l'incontro, di ieri, Fini-De Benedetti mi fa capire che siamo alle battute finali, almeno per quanto riguarda la politica Nazionale.

Abate Vella ha detto...

Amicopaolo,

il tuo quadro e' quasi completo.

Manca un fattore nell'equazione.

La Sicilia non é isolata questa volta: il Mediterraneo é tornato centro del mondo e la Sicilia é il centro del Mediterraneo. La Sicilia puó trovare alleati ovunque, il che significa che puó appoggiarsi praticamente a qualunque schieramento.

Ti ripeto che quel ventilato interessamento cinese o indiano vuol dire proprio questo.

La forza di Lombardo deriva anche da questo. Come é possibile che prima Berlusconi lo fa crescere, poi cerca di bloccarlo e non ci riesce, ed ora addirittura spacca il pd?

Per poterti permettere questo genere di cose hai bisogno di avere spalle non soltanto coperte, devi possedere un esercito (nel senso figurato).

Certo tutto questo non vuol dire vittoria, ma é un buon inizio. E indipendentemente da valutazioni sul tipo di potere gestito da Lombardo, la sua vittoria alla fine si tramuterá in vittoria della Sicilia perché la sua vittoria significherebbe trasferimento di potere in Sicilia.

Da quel punto, potremo incominciare a discutere di "normalizzazione", di pulizia, di raddrizzamento della vita politica siciliana.

Anche per me Micciché e Berlusconi sono d'accordo, ma di nuovo il fatto che il figlio debba rassicurare il padre indica che non sono proprio la stessa cosa. Che Micciché ha anche una vita propria che continuerá anche se il padre dovesse cadere.

Dopo le europee Lombardo sembró essere caduto nelle mani di Micciché. Poi la cosa é rientrata perche' Lombardo ha strappato completamente ed é riuscito ad aggirare l'ostacolo.

Se Lombardo fosse caduto nelle mani di Micciché, a quel punto sarebbe stato MIcciché a pretendere qualcosa da Berlusconi, che non avrebbe avuto altra scelta se non assecondare il figlio che avrebbe continuato ad agitare lo spettro di Lombardo.

Le forze che ci stanno guardando sono cosí allettanti che secondo me neanche Micciché avrebbe accettato passivamente di essere solo un vassallo di Arcore.

amicopaolo ha detto...

abate,
diciamo la stessa cosa ma da angolazioni diverse, e come se fossimo daccordo sulla sostanza ma non nella forma.
Guardala da questo punto di vista:Lombardo e Miccichè sono figli di uno stesso progetto che per necessità politica devono fare due parti nella stessa commedia e questo perchè fanno parte di un disegno che deve prendere forma.
Lombardo senza Miccichè e il PDL non può fare niente,adila degli appetiti che hanno i cinesi,indiani ecc... Miccichè senza Lombardo non può recitare la parte del partito del sud. Non credere che il PDL in Sicilia sia spaccato perché in verità i cosiddetti lealisti sono all'oscuro di questo asse politico,anzi non ci stanno capendo niente e comunque questi lealisti,alla fine, non sono altro che uomini che stanno agli ordini di scuderia.

Abate Vella ha detto...

Di nuovo, la vedo come te ;), specialmente sui lealisti.

Ti dico che anche la connessione Lombardo-D'Alema é avallata da Berlusconi.

E' un sistema di ingranaggi, quando muovi una ruota anche le altre devono compiere una frazion di giro.

Ma attento che gli obiettivi dei vari cavalli non é esattamente lo stesso, ed alcuni cavalli usciranno di scena prima di altri.

Il primo ad uscire di scena sará Berlusconi. Certo, anche per la sua etá.

Non ti scordare che il Sicilia Lombardo é appoggiato anche dai finiani.

amicopaolo ha detto...

Condivido appieno,e specialmente sul fatto che molti cavalli romperanno prima di arrivare al traguardo.Sull'appoggio dei finiani a Lombardo è l'obiettivo riuscito del PDL Nazionale assieme a quello siciliano che farà rientrare Fini in scuderia appene in tempo.
Concordo anche sull'uscita di Berlusconi dalla scena politica,aldilà dell'età, per il semplice motivo che non si dovrà pensare di lui come un monarca e per non far risultare i partiti perdenti umiliati, ma partiti che hanno lottato e sono riusciti a vincere qualche battaglia per la democrazia.

Anonimo ha detto...

Salve, è la prima volta che intervengo sul blog. E' da tempo che vi seguo e ho letto parecchi post, anche quelli degli anni passati, e mi sono fatto una vaga idea di quelle che sono le vostre analisi riguardo l'attuale situazione, o situazioni, della Sicilia nel suo complesso. Ammetto pubblicamente la mia ignoranza riguardo gli argomenti trattati, per cui vi chiedo indulgenza sulle mie dichiarazioni che ovviamente saranno incomplete ed erronee. Finita la premessa, volevo porre alla Vs. attenzione alcune questioni per poter meglio comprendere i temi da Voi affrontati. Da ciò che dite si evince che oggi la Sicilia sia al centro di interessi internazionali, commerciali ed energetici in primis, che vede coinvolti diversi soggetti dai russi ai cinesi, passando per l'India. In particolare la Cina sarebbe interessata ad investire capitali sulla rete portuale del mediterraneo, mentre la Russia a potenziare la rete di gasdotti e in generale ad influenzare le politiche energetiche dei paesi mediterranei. Vorrei capire quali possono essere o quali sono le reazioni dell'Europa e dei paesi arabi nord-africani ad un aumento dell'influenza "orientale" nel Mediterraneo, e quindi come l'occidente, in particolare gli USA, reagiranno ad una tale situazione. So di porre domande troppo generiche e a cui non è semplice rispondere in poche parole, ma magari mi sapreste indicare quale linea di pensiero-opinione sarebbe meglio seguire per poter meglio comprendere tali eventi. Grazie

La Fenice

amicopaolo ha detto...

ciao La Fenice,
per come la vedo io, credo che in un immediato futuro i protagonisti nel mondo saranno:USA,cina ed Europa.
Ognuno di questi attori avrà le sue influenze più o meno importanti nel resto del mondo e ci saranno scossoni comunque controllabili. Ma queste influenze che determineranno il prossimo futuro passeranno tutte dall'attuale assestamento dell'Europa.
Quì ritorniamo al ruolo dell'Italia in Europa e voglio fare qualche premessa:

1)Oggi l'Italia del centro-nord è l'area più ricca d'Europa.

2)Oggi l'Italia del centro-sud è l'area più povera d'Europa.

Le condizioni geografiche ed economiche di tutta la Penisola sono incompatibili nel senso che il sud non sarà mai protagonista nei mercati dell'Est ed il nord non sarà mai protagonista nei ruoli del Mediterraneo.
Secondo me,l'idea Berlusconiana è quella di un'Italia divisa nelle sue politiche Internazionali secondo le sue rispettive condizioni naturali, ma unita e forte in Europa a tal punto da essernr leader.
Se ci riuscirà io non lo so, ma spero di si.

Abate Vella ha detto...

La Fenice,

hai inquadrato perfettamente la situazione nei riguardi degli interessi di Cina e Russia sulla Sicilia.

In particolare ti ricordo che i russi hanno giá acquistato la principale raffineria di Priolo dalla Erg e che la regione ha impedito alla Shell la costruzione del rigassificatore di Priolo, cosa che urterebbe non poco gli interessi russi (ma anche quelli italiani in generale...). Dall'altra parte i cinesi hanno giá piú volte dichiarato interesse alla zona di Catania soprattutto per quanto riguarda l'aeroporto.

Mentre l'interesse russo nel campo energetico é facilmente comprensibile (accerchiare l'Europa) meno chiaro in prima battuta potrebbe sembrare quello cinese. In realta'l'oro che tutti cercano é lo sviluppo economico del Nord Africa, che nei prossimi 10 anni sará l'area a piú alto tasso di sviluppo dell'intero pianeta. La Sicilia é in posizione ottimale per sfruttare questa possibilitá perché costituisce una piattaforma per lo smistamento dei flussi commerciali.

I paesi Nord-Africani vedono dal canto loro di buon occhio questa funzione della Sicilia perché preferiscono l'isola, piú vicina culturalmente e fisicamente, rispetto a Parigi o Madrid (Milano é giá stata tagliata fuori dalle lotte intestine europee).

La reazione occidentale non é mancata, e ti diró che per me anche i fatti del 2 febbraio a Catania, di cui mi sto occupando in una serie di articoli, rientrano in quella reazione (l'obiettivo politico di quei fatti era proprio Raffaele Lombardo).

Alla fine peró la crisi USA ha costretto gli atalantici ha ripiegare (puoi vedere il post "tutte le scarpe del presidente", cliccando sull'Etichetta Stati Uniti) lasciando quindi il campo aperto.

L'Europa dal canto suo ha solo da guadagnarci dalla ritirata USA, e lo stesso Berlusconi. Ma sia Europa che Arcore non hanno la forza necessaria a fermare l'avanzata orientale.

I segnali di questo li vedi anche nella situazione di Termini descritta in questo post: l'interessamento di cinesi ed indiani (soprattutto dei secondi) non é una fantasia, visto che la cosa é saltata fuori durante gli incontri in India tra Scajola e Tata e questi non hanno negato, si sono solo limitati ad un "no comment" che vuol dire parecchio.

In questa luce, che senso ha la decisione di FIAT? Comunque andranno le cose essa appare ancora di piú solo una decisione politica piú che economica.

Se veramente l'interesse orientale si materializzerá e la Regione dará l'assenso, difficilmente FIAT potrá tornare sui suoi passi, e questo Marchionne lo sa. La situazione é quindi destinata ad evolvere in maniera ancora imprevedibile e sará un importante segnale per capire come andranno le cose nel seguito.

Spero di essere riuscito a sintetizzare il quadro generale in queste poche parole in modo soddisfacente.