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lunedì, novembre 13, 2006

L'isola da quarto mondo della UE

Lo scorso giovedì forse l'unico quotidiano nazionale a dare un risalto adeguato alle notizie sull'inquinamento del petrolchimico di Gela è stato Avvenire. Riportiamo alcuni stralci dei tre articoli a firma Laura Malandrino apparsi a pagina 9:

A Gela il doppio dei tumori. Petrolchimico nel mirino

<<... I dati parlano chiaro: il rischio di tumori e malformazioni a Gela è il doppio della media nazionale. (...) Dati in linea con la ricerca condotta dai consulenti della Procura della Repubblica di Gela da cui era emerso che tra il 1990 e il 2002 nella cittadina industriale furono registrati 398 casi (su 10.000) di persone con anomalie al sistema nervoso, cardiovascolare, urinario e digerente e ai tegumenti: circa il doppio rispetto a quelli registrati a livello nazionale (205 su 10.000). E da meno non sono certo le anomalie cromosomiche: 50 e 60% in più risptto al resto della Sicilia e del paese. E per questo che a Gela intere famiglie si stanno mobilitando, medici ed amministratori chiedono misure di emrgenza contro l'inquinamento ambientale. (...) Dati allarmanti che hanno indotto Crocetta (il sindaco, ndr) ad annunciare la costituzione di parte civile del Comune ai processi per inquinamento e danno biologico. (...) Da parte nostra non c'è nessuna criminalizzazione del Petrolchimico - dice Enrico Vella, assessore all'Ambiente - quell'industria è la principale fonte di occupazione per la nostra gente. >>

Ed ora le mamme sono pronte a scendere in piazza

<< "Ho visto il mare di casa mia cambiare colore. Fino agli anni sessanta era azzurro, color pavone come lo descrive Tomasi di Lampedusa. Una delle coste più belle della Sicilia sud orientale. Poi, pian piano, l'ho visto diventare del colore caffellatte". A parlare è don Palmiro Priscutto, da 28 anni sacerdote e da 14 assegnato alla parrocchia san Nicola nella frazione Brucoli di Augusta. (...) Negli anni 80 la situazione precipitò. A partire da quel momento la morìa di pesci diventò una costante e nel reparto di pediatria dell'ospedale Muscatello di Augusta le mamme cominciarono a partorire bambini malformati. "Nelle nostre case è entrata la sofferenza - continua il sacerdote - . Eppure la gente non ha saputo reagire a quello che stava succedendo. Facile capirne la ragione: la paura di perdere il posto di lavoro". Oggi la sistuazione però è cambiata. (...) E pensare che ad Augusta passa più del 50% del petrolio italiano, per un valore di 18 miliardi di euro ogni anno; e che il 100% del carburante con cui vola la flotta aerea del nostro paese viene dalle raffinerie siciliane. Come spiega Giacinto Franco, dal 1969 primario del reparto pediatria dell'ospedale di Augusta, ancora oggi il problema più grave è il "ricatto" occupazionale. "Basta pensare a quello che una volta ho sentito con le mie orecchie dalla bocca di un malato terminale nel reparto di oncologia - racconta -. dopo tre mesi di sofferenze atroci per un tumore ai polmoni per cause professionali, mi ha sussurrato: " preferisco morire di tumore lasciando la mia famiglia con la pancia piena, pittosto che morire zappando la terra lasciando i miei cari con la pancia vuota" >>

Pochi commenti a queste parole, se non l'impressione che l'assesore di Gela all'ambiente non abbia alcuna intenzione di porre termine al "ricatto occupazionale", sul quale peraltro generazioni di amministratori locali si sino ingrassate.

All'inizio abbiamo detto che gli articoli erano tre. Il terzo titola L'Eni: "Emissioni entro la norma" e non credo che a nessuno interessi sapere cosa dice. D'altronde se per 60 anni non abbiamo avuto alcun diritto di parola, non vedo perchè ora dovrebbero averlo loro.

Riguardo al nostro titolo (L'isola da quarto mondo della UE) è la parafrasi di un famoso articolo de "The Economist" (L'isola da terzo mondo della UE) riferito alla Sicilia e pieno della solita spazzatura e disinformazione pilotata. C'è da dire che comunque l'isola di Sicilia non può essere inserita nel terzo mondo perchè lì vi sono paesi che si sono già affrancati del giogo coloniale. La Sicilia si trova ancora sotto il tacco dell'ultimo regime colonial-segregazionista al mondo (altro che Corea del Nord...) e non può essere degna di essere inserita nel terzo mondo, insieme a popoli che hanno sofferto e lottato per la loro libertà.

Per chi vuole avere più informazioni su padre Priscutto e la vergogna dei petrolchimici in Sicilia (vedete come grondano sangue le mani dei nostri aguzzini...) può visitare il sito www.terremotodeisilenzi.it

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