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giovedì, dicembre 08, 2005

Ombre e Delitti

Alla fine quasi quasi aprivo il balcone per fare uscire quella orribile puzza di sigaro, tanto era realistico il mozzicone in bocca al cosiddetto “Investigatore del Nord”. L'unico particolare realistico di tutto lo scenegggiato, un pastiche di citazioni che in questo caso sanno più di mancanza di idee del regista: da Montalbano a Dylan Dog, passando per Colombo e per l'ispettore Rebus, lo scozzese di Ian Rankin. Dei paesaggi che sanno più di Scozia (appunto) che di pianura Padana, uno “spleen” totalmente avulso dalla nostra realtà Italiana, più teutonico che mediterraneo. Tra improbabili extra-comunitari sin troppo integrati nella nostra realtà e banalissime vendette di ex-combattenti ed ex-amanti in una ex-nazione felice. Eppure di mostri reali, ed anche ben più interessanti di quelli usciti allo scoperto nei primi due episodi, da quelle parti ce ne sono parecchi: chissà quante sporche storie di doping sportivo potrebbero raccontare le mura dell'università di Ferrara, quante famiglie sul lastrico hanno sulla coscienza i Tanzi a Parma, quante partite di uova andate a male sono state riciclate dall'industria alimentare bolognese... No, non c'è proprio bisogno di importare disperati da fuori o di riesumare vecchie vendette di guerra per trovare dei mostri degni di un indagatore dell'incubo in carne ed ossa, da quelle parti. Però, spenga quel sigaro per favore.

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