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lunedì, febbraio 12, 2007

Made in Italy



Le icone rappresentano l'identità di un popolo. Per quanto possa sembrare irrazionale, l'icona è un oggetto capace di racchiudere in sé l'intera vicenda di una civiltà. E tanta più energia sprigiona l'icona quanto più essa è vicina all'evento che rappresenta, sia storicamente che stilisticamente.

Tutti certamente ricordano il trambusto che ci fu intorno alla datazione della Sacra Sindone qualche anno fa, quando atei e “laici” di ogni sorta poterono gridare di gioia quando si scoprì essere di più recente fattura rispetto ai circa duemila anni sino quel momento attribuiti alla reliquia.

Una delle icone più forti dell'italianità e della continuità (almeno ideale) esistente tra la Roma antica e quella moderna nel segno dell'unità politica della penisola italiana è rappresentata dalla Lupa Capitolina, la famosa statua bronzea rappresentante la leggenda della nascita di Roma e conservata ai musei capitolini.

Il più forte connotato dell'icona in esame è anche in questo caso il periodo in cui essa fu creata: l'opera viene infatti datata al V secolo avanti cristo e, per motivi stilistici, considerata di fattura etrusca. Il significato di tale attribuzione risiede nel bisogno di assicurare origini totalmente italiche al grande faro di civiltà che la nazione a forma di stivale rappresenta.

Gli studi sul passato dei popoli che abitano la moderna Italia si dirigono sempre verso le stesse direzioni, con una ripetitività noiosa ed a tratti ossessiva. E' così ad esempio che gli studi sul passato dei siciliani sono tutti protesi a scoprire da dove proveniva questo o quel popolo, anche a costo di scadere nell'idiozia, come nel caso della guida della Sicilia della Mondadori dove si sostiene che “la storia della Sicilia ha un aspetto principale (...): è una storia non siciliana, non generata internamente dall'isola ma sempre imposta dall'esterno. Anche i Sicani, gli Elimi e i Siculi (...) provenivano da fuori (...).”

Dall'altro lato la storia degli etruschi viene sempre rappresentata avvolta da una qualche nebbia che impedisce di vederci chiaro e lascia intatte le ipotesi creazioniste che postulano una lamarckiana autogenerazione sull'italico suolo.

Attribuendo la statua agli etruschi, si vuole creare un nesso tra le due civiltà (etrusca e latina) e assegnare un'origine autoctona a tutto quello che c'è di buono nel bel paese (al contrario, ad esempio, di quanto si fa con la mafia, fantasiosamente siciliana e di origine araba).
Certo qualche dubbio sorge spontaneo, visto che nella realtà dei fatti è sin troppo ovvio che gli etruschi,o meglio la loro civiltà, si estinse a causa dell'espansione romana. Se gli etruschi davvero hanno forgiato quella statua, sarebbe come se i siculi avessero scolpito la Nike di Samotracia o gli indiani d'America prodotto i film di John Wayne.

Ed infatti recenti studi hanno confermato ciò che molti sospettavano, e cioè che la lupa etrusca fosse di origine medioevale, anche perchè la tecnica con la quale è stata fusa (a cera persa con un solo getto, per i tecnici) è tipicamente medioevale.

E sì, questa nazione che ha usurpato il nome di Italia per quasi 150 anni sembra proprio avere una faccia di bronzo: dalla commedia dei mille sino alla recente farsa delle liberalizzazioni di vero c'è solo il dolore di chi continua a vedere i propri congiunti morire per niente. Nel frattempo la decenza dovrebbe imporre almeno che la statua venga rimossa dalla sua attuale collocazione in mezzo ad opere del periodo classico, se non altro per evitare che un falso ideologico così clamoroso, una volta scoperto, possa continuare ad essere perpetrato a danno di ignari turisti.

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