La Nazione riesumata
Italiani popolo di ingenui. Che ancora segue i dibattiti, ascolta le interviste, legge l'ultimo saggio storico. Va a votare, persino.
E poi si meraviglia o forse anche si scandalizza dello strano feeling che sembra essere sbocciato tra i leghisti più irriducibili, quelli veneti, ed il Presidente della Regione Siciliana.
I Siciliani siamo esperti nel “porgere l'altra guancia”. Seguiamo con ardore gli insegnamenti del Cristo. Sopportiamo con pazienza e rassegnazione quello che il destino ha in serbo per noi. Ma lo facciamo con cinismo. Un cinismo spietato, innato. Opprimente, persino.
Qualcuno vorrebbe convincerci che Salvatore Giuliano fosse solo un bieco e spregiudicato delinquente. Che i Siciliani dovrebbero smetterla di portarlo sempre sugli scudi come un martire. Ma noi lo sappiamo benissimo chi era Giuliano, ed è proprio per questo che, immaginario o reale che sia, è e rimarrà sempre un eroe qui in Sicilia.
Giuliano è colui il quale ha abbandonato le convenzioni lasciando sgorgare per intero il suo legame con questa terra invece di pensare alle rappresaglie che lo stato avrebbe riversato contro la sua famiglia (rappresaglie che continuano ancora oggi...). Senza pensarci due volte, ha preso il fucile ed ha sparato contro il carabiniere che lo aveva sorpreso a contrabbandare grano, quando invece tutti noi a quel punto ci saremmo lasciati ammazzare, schiacciati da troppi secoli di storia, per non mettere in pericolo le nostre madri, sorelle, i figli.
Malvolentieri, ma ci saremmo lasciati ammazzare. Ci saremmo lasciati morire sognando di vivere almeno un giorno da Giuliano. Tutti vorremmo avere il coraggio di pagare per le nostre scelte. Invece non paghiamo mai. Tramiamo nell'ombra un passettino alla volta, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, camuffandoci di nobili intenti familiari, fino a quando il nemico, senza accorgersene, si ritrova un coltello piantato nel cuore.
Ed alla fine, otteniamo l'indipendenza senza prendercene la responsabilità. Vogliamo fare la parte delle vittime fino all'ultimo: la colpa è della Lega.
Raffaele Lombardo, dopo l'ultima caustica intervista rilasciata al Giornale (“Lombardo: secessione? La fa la Sicilia”, 28 ottobre 2010), spiega tramite il suo blog di aver usato la forte provocazione per dare una lezione a quella Lega che vorrebbe spaccare l'Italia (“Vogliamo ricostruire una vera unità nazionale”, 28 ottobre 2010):
Battono sulla secessione per liberarsi di questo peso morto che è il sud e la Sicilia. (…) Io ho risposto a questo continuo stillicidio di accuse dicendo 'Ma andare al diavolo voi, questa benedetta secessione datecela, così vediamo'
I veneti però non sono tanto fessi, ed oggi hanno risposto per le rime, coprendo il piatto e chiamando così il bluff del leader siciliano per bocca di Tosi, il sindaco di Verona (“La Lega benedice la formula siciliana”, SiciliaInformazioni.com 29 ottobre 2010):
"Se Lombardo vuole spezzare le logiche clientelari e ottenere il federalismo - prosegue - sarà il nostro migliore alleato"
Aggiungendo che non vi è alcuno bisogno del carroccio al sud, perchè “c'è l'MpA, è come se ci fossimo noi”
Popolo di ingenui, che ancora cerca di capire come stanno le cose. Sotto la benedizione del gran capo, Veneti e Siciliani sono d'accordo per smantellare l'Italia. Ma noi non ci vogliamo prendere la responsabilità, ed allora “porgiamo l'altra guancia”, aspettiamo di essere messi alle corde così che Armao possa poi andare in battaglia, lancia in resta, contro i torti promessi. Aspettiamo che il “popolo” venga a chiedere con forza a Palazzo Reale.
Non ci volete credere ancora. Ma Zamparini a Palermo, non vi dice niente? E Zonin che investe sull'immagine della Sicilia invece di portarsi armi e baracche su al nord come era stato fatto sino e ieri? Ed i Siciliani che spopolano sia al festival di Venezia che al Vinitaly? I leghisti (veneti) e gli autonomisti (siculi) possono anche alzare la voce, ma a quanto pare lontano dagli schermi televisivi vanno d'amore e d'accordo.
Quest'anno per il giorno dei morti, dopo aver partecipato alla sfilata del 30 ottobre, tornerà anche Giuliano, riesumato fresco fresco per l'ennesima tragedia siciliana (o si tratta forse di una commedia italiana?).
Chissà cosa penserà di tutti noi che continuiamo con sempre maggior cinismo a porgere l'altra guancia. Che dichiariamo l'indipendenza per interposta persona. Chissà se alla fine deciderà di lasciarci lo stesso un regalino.
E comunque, Viva la Sicilia liberata e libera: domani a Palermo non mancate, mi raccomando. Domani a Palermo la storia della Sicilia farà un altro passettino avanti.
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