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mercoledì, ottobre 24, 2007

Perle ai porci

L'abate, che era venuto a salutarci ier sera, si è presentato stamane per tempo e ci ha condotti a palazzo Biscari, edificio ad un sol piano sopra un basamento elevato; e qui abbiam visitato il museo, che raccoglie statue di marmo e di bronzo, vasi e simili antichità d'ogni specie. (J.W. Goethe – Catania, 4 maggio 1787)

Nel 1787 la Sicilia ebbe un visitatore d'eccezione, lo scrittore tedesco J.W. Goethe. Ogni luogo da lui visitato più di 200 anni fa è oggi divenuto un simbolo, un 'landmark' come direbbero gli inglesi, entrato a far parte dell'immaginario collettivo dei Siciliani. Dall'albero dell'orto botanico di Palermo, alla villa del principe di Palagonia, sino all'ascesa sull'Etna, conclusasi ai Monti Rossi ed oggi ricordata da uno svogliato monumento che potrebbe essere meglio valorizzato.

Eppoi non dimentichiamo neanche la visita al Palazzo Biscari di Catania. Bellissimo il palazzo Biscari di Catania, un monumento che dovrebbe essere famoso in tutto il mondo, non solo agli specialisti. Ed invece non solo fuori dalla Sicilia lo conoscono in pochi, per giunta neanche Goethe si sofferma più di tanto sul palazzo. Goethe voleva visitare qualcosa di più prezioso, che si trovava all'interno del palazzo, ed alla quale lo stesso Principe di Biscari (morto da pochi mesi) teneva immensamente.

Le collezioni d'arte nell'Europa del '700 erano l'orgoglio di ogni nobile casata. Ognuna di esse aveva la propria galleria privata da fare visitare agli ospiti, per effettiva passione o per puro sfoggio. Tutti, dal re all'ultimo dei baroni, misuravano la loro importanza con le opere racchiuse nelle loro stanze e nei loro palazzi.

Ma per l'appunto quelle erano collezioni private, e non tutti erano ammessi a godere della bellezza che esse custodivano. La storia ci tramanda che il primo museo ad aprire al pubblico fu il Louvre nel 1793. Sarà. Però la VERA storia, ci dice anche che Goethe era andato a palazzo Biscari a visitare un museo pubblico. Era il 1787, ed in Sicilia, con qualche anno di anticipo rispetto alla grandeur d'oltralpe, esisteva già un museo aperto al pubblico.

I nostri sussidiari cosa dicono in proposito? Ed il grande portale di Italia.it? Stendiamo un velo pietoso!
E però non prendiamocela solo con gli altri! Andiamo a cercare nelle nostre guide, nelle nostre città, chiediamo in giro, magari ai catanesi: forse ne sapranno di più! Scomparso, volatilizzato... come fa un museo a scomparire? Magie da ascaro, lasciatemelo dire.

La collezione di quel museo è oggi il nucleo principale del museo civico del Castello Ursino, il possente maniero Normanno che prima dell'eruzione del 1669 sovrastava il Golfo di Catania. Ma chi l'ha mai vista questa collezione, che a quanto pare annoverava almeno un migliaio di soli vasi greco-siculi? I discendenti del Principe la donarono al comune di Catania tra il 1927 ed il 1930, e fu accomodata all'interno del Castello dove il museo civico aprí nel 1934.

Fu poi chiusa al pubblico negli anni 60, forse per celebrare la decadenza che dal dopoguerra scese sulla Sicilia, vendetta italica per le insubordinazioni indipendentiste.

Da allora il buio. Abbiamo paura anche solo ad immaginare cosa avranno passato quei reperti in questi anni. Abbiamo paura ad immaginare dove saranno andati a finire alcuni di quei reperti: una lenta Baghdad, uno stillicidio lungo mezzo secolo.

Fino a quando ai nostri giorni qualcosa in Sicilia ha cominciato a risvegliarsi e qualcuno ha deciso di andare a riaprire questo vecchio armadio. E cosa vi sta trovando, che scheletri vi saranno nascosti, se addirittura il nuovo assessore alla cultura di Catania, Silvana Grasso, dichiara di essere stata minacciata per la sua volontà di aprire finalmente ai catanesi (ed a tutti i siciliani) le porte della loro storia. La solita “sharada” politica? Non lo sappiamo, ma sinceramente crediamo che quello lanciato dalla Grasso sia un grido di disperazione ed anche di coraggio:

“Nel castello Ursino ci sono 17 mila tesori del nostro patrimonio culturale mai esposti al pubblico. Entro un anno voglio allestire il primo e secondo piano del museo. Se qualcuno me lo impedirà chiamerò i cittadini a esprimersi con un voto. Se non mi fanno aprire, mi darò fuoco”


Prendiamo nota e facciamo un nodo al fazzoletto (non per ricordargli la promessa di darsi fuoco - altri sono i figuri che dovrebbero finire così - ma per vedere se veramente l'assessore lotterà come dice), sperando che la nostra nel frattempo non si lasci intimidire. Dalla sua ha tutti i Siciliani, ma il coraggio e la dignità in questa Sicilia di oggi deve trovarlo da sola. E sperando anche che lei e noi tutti, palestinesi d'occidente segregati dietro un muro di gomma, non saremmo mai costretti ad attuare certe minacce.


La triste storia delle perle di Catania: raccolte da un principe, ereditate dai porci

17 commenti:

Anonimo ha detto...

questo pomeriggio su radio radicale, nel corso del dibattito al senato sul collegato alla finanziaria, ho sentito un intervento dell'ex ministro Castelli della lega nord a sostegno di un emendamento riguardante il potenziamento dei collegamenti con Lampedusa e le isole siciliane in genere, così circostanziato e appassionato che mai ne ho sentito da parte dei siciliani. Che pensare?

Anonimo ha detto...

Perchè ha lampedusa hanno diversi componenti della giunta facenti parte della lega nord, tra cui il vicesindaco.

Anonimo ha detto...

Dunque,
mi chiedo come è possibile che la banale apertura di un museo possa addirittura portare a ricevere minacce?

E' possibile che qualcuno a nord, magari delle "città d'arte" (come mai poi le città d'arte sono solo al nord, pur essendo le città meridionali più vecche di 1000-1500 anni..) gli dia fastidio vedersi sfuggire qualche cliente?

Abate Vella ha detto...

La Lega é stata al governo grazie ai voti dei siciliani, non lo scordiamo!
Quindi oltre a qualche esasperato a Lampedusa (esasperato dagli ascari nostrani!) devono anche fare un po di campagna elettorale mostrandosi simpatetici ai nostri problemi.
Per una serie di concomitanze, i siciliani hanno veramente in mano le sorti dell'Italia (sia unita che disunita) ma non riescono a fare fruttare questo potere.

Per il museo, credo che oramai la problematica sia tutta locale: quando si fará la conta verranno alla luce i danni causati da tutti questi anni di abandono, e chissá che non si scopra manchino una serie di pezzi importanti.
(e non sará difficile individuare i responsabili)
E non dimentichiamoci le incredibili pretese di certi prepotenti che finora hanno comandato nel loro orticello e non vogliono che qualcuno venga a dire loro "da oggi si lavora"....
Ecco da dove potrebbero venire le minacce!

Anonimo ha detto...

caro gonzalo, lei si fa troppi flash, le città d'arte del nord stanno pensando proprio al museo di catania...

Anonimo ha detto...

Anonimo, qui nessuno ha la sfera di cristallo, ci sforziamo di capire nella speranza di arrivare alla verità.

Adesso che lei ha lanciato questa pietra, ci dica pure quale potrebbe essere il motivo di "minacce" per "l'apertura di un museo"

Anonimo ha detto...

"ci dica pure quale potrebbe essere il motivo di minacce per l'apertura di un museo"
non conosco il motivo, mi attengo solo ala notizia.
non voliamo con la fantasia, con tesi che non stanno nè in cielo nè in terra e che non sono dimostrabili; tra l'altro questo atteggiamento danneggia gli ideali del'indipendentismo, in quanto si scade nel fanatismo

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda il mistero del museo, a me pare, che l'abate Vella non abbia posto affatto un quesito per farci litigare, bensì una questione già ben definita e chiara. C'è forse qualcuno che ha intenzione di impedire o quanto meno ha l'interesse di ritardare l'apertura del museo, in quanto l'apertura al pubblico potrebbe far venire alla luce magagne che potrebbero essersi verificate durante il lungo periodo di custoda dei reperti. Per quanto riguarda la lega nord, concordo con l'analisi proposta dall'abate Vella, tuttavia mi chiedo se la lega è disposta a parlare bene della Sicilia, perché non fare un pensierino su come si potrebbe utilizzare la cosa? In fondo la lega propugna che ognuno sia padrone in casa propria. Tutte le sciocchezze che dicono su nord e sud non ci interessano se se le raccontano a casa loro, noi dal canto nostro possiamo bene raccontarci le nostre verità, è la strategia che è più importante ed in politica quasi mai le sintonie si creano con chi ti calza perfettamente a pennello.Pensate che smacco e che problema per i tanti ascari che si fanno belli in giro sulla pelle dei siciliani; pensate che dirompenza potrebbe avere, qualora divenisse semplicemente visibile, una convergenza a tenaglia, nord Italia - Sicilia, su tutto il resto del Paese.

Anonimo ha detto...

Gentile Anonimo, sto ancora aspettando che lei dimostri la sua di tesi.

Poi non capisco dove lei abbia letto che io sono un indipendentista ne dove ha letto che questo è un blog indipendentista.

Se vuole l'indirizzo del MIS glielo fornisco volentieri, ma credo che lei già lo sappia...

Anonimo ha detto...

Il progetto infrastrutturale dell'attuale politica siciliana
nello scacchiere del Mediterraneo


continua a leggere su:
www.neoborbonicisicilia.it

Anonimo ha detto...

ritengo un blog di un'indipendentista dagli articoli che inserisce e ritengo lei indipendentista (dall'italia, ma per farci andare sotto Napoli, sic!) da quello che dice e dal sito che sponsorizza ogni volta.
per quanto riguarda le tesi, evidentemente non mi sono spiegato bene; non và fatta nessuna tesi che non sia comprovata da documenti e dati confrontabili; io non ne ho e mi sto muto

Anonimo ha detto...

Ah, dunque capisco dalla sua ultima, le invettive nei miei confronti.

Si rilegga bene i miei editoriali e vedrà che qualche dato da confrontare lo trova.

cordialità

Anonimo ha detto...

invettive?
mah...

Abate Vella ha detto...

Mi inserisco nella discussione per precisare una cosa:

questo blog non é specificatamente indipendentista. La tendenziale impostazione indipendentista é piú da vedere in un ambito culturale ed etnico (Idea di Popolo Siciliano) che in un discorso meramente politico.

Dal punto di vista politico, non si é mai voluto escludere nulla. Anzi, non ho timore di pensare che SE (un grande se) l'Italia fosse stata una VERA nazione, non ci sarebbe stato bisogno di autonomia, indipendentismi, neoborbonici e leghe varie perché tutti i popoli italiani avrebbero trovato il loro spazio vitale all'interno dello Stato Italiano (maiuscolo, al contrario di come di solito scrivo nei post). Questo blog é stato aperto proprio partendo dalla constatazione del fallimento dello stato unitario, anche per contribuire alla comprensione di quale potrebbe essere la migliore soluzione ai problemi sorti a causa di questo fallimento.

In soldoni, questo vuol dire che il blog non é indipendentista, ma che potrebbe anche diventarlo...

Anonimo ha detto...

" non ho timore di pensare che SE (un grande se) l'Italia fosse stata una VERA nazione, non ci sarebbe stato bisogno di autonomia, indipendentismi, neoborbonici e leghe varie"

ma questo pure io, sono diventato indipendentista per colpa delllo Stato italiano che ci ha e ci sfrutta, che ci prende per il cul..
io ritengo per il semplice fatto che lei, tramite il suo blog, denunci tutti gli abusi dell'italia nei confronti dei siciliani, la faccia già essere indipendentista, in quanto non potrei immaginare una persona che nonstante conosca quello che succede, si ostini ancora a credere nell'"unità d'italia"

Abate Vella ha detto...

Caro Anonimo,

Il suo punto di vista é pienamente condivisibile. D'altronde anche girando sui siti degli "autonomisti" avrá la stessa impressione (mi riferisco ad esempio al post "il sogno di un siciliano della diaspora" pubblicato da L'Altra Sicilia). Non appena rifiutiamo le ideologie (come questo blog vuole fare), cioé rifiutiamo Indipendentismo, Unitarismo o anche Autonomismo come ideologie politiche ma solo come mezzi per ottenere il benessere del Popolo Siciliano ci poniamo (o forse veniamo posti...) lungo il solco dell'indipendentismo.
Mi spiego meglio: se non accetto l'unitá come sacra ed inviolabile, vuol dire implicitamente che consideri l'indipendenza come una via praticabile. Oltrepassare questa barriera psicologica dell'unitá ci pone automaticamente al di lá delle possibilitá costituzionali dello stato unitario.
Allora in questo senso siamo tutti indipendentisti.

Politicamente parlando peró non rifiuto a prioriazioni diverse dall'indipendentismo, a patto che ci si scrolli di dosso la barriera psicologica di cui sopra (per questo ho escluso dai link , ad esempio, l'Mpa di Lombardo, che non si é scrollato di dosso quella barriera).

Abate Vella ha detto...

La situazione del museo civico ha a Catania un precedente lampante nella vicenda della chiesa di S. Nicola (la gigantesca chiesa incompiuta di Piazza Dante, per intenderci): dopo decenni di incuria si decise di riaprirla al pubblico. Non appena si verificarono le condizioni del monumento (il quale ha una storia alquanto curiosa che andrebbe raccontata...) si scoprí che essa veniva usata per messe nere, orge, ed altri rituali pagani.
Diverse persone finirono indagate, tra cui alcuni ricercatori dell'universitá. Difficile peró credere che tutto ció potesse essere frutto della bravata di qualche dipendente statale annoiato. Il "giro" sicuramente era molto piú largo.

X Peppinnappa: il problema della Lega é capire quanto veramente intendono fare quello che dicono. A me sinceramente la lega sembra un bluff. Comunque é chiaro che non ci dovrebbero essere chiusure aprioristiche nei loro confronti. Sicuramente il discorso sulla Lega Nord merita degli approfondimenti.