Approfondimenti - Il Consiglio News Feed

mercoledì, agosto 19, 2009

A bocca aperta

L'articolo di Giorgio Bocca pubblicato da L'Espresso (“Quanti amici ha Totò Riina”, 12 Agosto 2009) ha scandalizzato parecchio i benpensanti di questo bel paese, tanto che Gasparri ha potuto parlare di “delirio da tribunale”, prefigurando attacchi di una certa natura contro il giornalista.

Leggendo il pezzo però non possiamo che concordare con l'accusa generale rivolta all'Arma dei carabinieri, illegalmente piazzata sul territorio siciliano contro i dettami sia del trattato di Parigi (che vuole la Sicilia smilitarizzata) che dello Statuto Siciliano, il quale mette la sicurezza interna nelle mani del Presidente della Regione e che chiaramente dà la possibilità allo stato di intervenire direttamente solo in caso di gravi disordini interni o di rottura del patto federativo.

Le modalità secondo cui il corpo dei Carabinieri sarebbe intervenuto assumendosi responsabilità importanti nella copertura dei mafiosi, le spiega in modo chiaro ed inequivocabile Gioacchino Genchi durante la recente intervista rilasciata a Klaus Devi dove parla dei continui scambi di organico dei ROS con i servizi segreti:



Ma Genchi dice anche una cosa da non sottovalutare in questa vicenda “boccaccesca”. E cioè che non è l'Arma dei Carabinieri in sé ad operare in modo poco ortodosso. A “deviarla” sono in realtà proprio quegli elementi infiltrati in essa da determinati gruppi di potere interni alle istituzioni e provenienti appunto dai servizi segreti.

Di questo fatto dobbiamo tenere conto mentre andiamo a correggere la pericolosa bugia inserita nell'articolo de L'Espresso. Quando Bocca dice che "i carabinieri, come la mafia, non sono qualcosa di estraneo e di ostile alla società siciliana, fanno parte e parte fondamentale del patto di coesistenza sul territorio, di controllo del territorio condiviso con la Chiesa e con la mafia", sa benissimo che quel “non” lì andrebbe cancellato (i carabinieri sono qualcosa di estraneo alla società siciliana, proprio come la mafia [*] ), ma lui quel “non” lo deve proprio inserire, altrimenti non svolgerebbe appieno il compito che gli è stato assegnato.

Se all'improvviso si è deciso, per interposta persona, di attaccare così platealmente i carabinieri, vuol dire che qualcosa di buono contro la mafia, quella parte sana dell'arma deve averla fatta di recente o sta per farla, anche se ancora non riusciamo a capire cosa.

Le coordinate di questo attacco sono facili da individuare. Basti notare il tappeto rosso srotolato nell'articolo dinanzi ad Orlando (che subito gli ritorna il favore...) e l'accredito di Riina e Ciancimino ("vorrei umilmente ricordare ai miei connazionali le ragioni per cui il capo delle mafie Totò Riina ha potuto scrivere il famoso 'papello' al capo del governo italiano (...), come ora ci fa sapere Massimo Ciancimino custode del documento"). Accredito quest'ultimo che alla fine smonta tutto.

Le dichiarazioni di Ciancimino sull'attuale capo del governo a rigore non dovrebbero essere prese in considerazione, in quanto il figlio dell'ex sindaco colluso (e non mafioso) di Palermo potrebbe avere dei motivi ben precisi per volersi vendicare di Silvio Berlusconi.

I guai giudiziari relativi al presunto tesoro nascosto del padre sono politicamente motivati e sono relativi ai suoi tentativi di assicurasi la funzione di mediazione nella distribuzione del gas russo in Europa. Funzione che proprio allora stava inseguendo anche un imprenditore di Milano, Mentasti-Granelli, vicino guarda caso a Berlsuconi (vedi “Gas, tutti i misteri della partita russa”, La Repubblica, 29 settembre 2005).

Non è chiaro anche allora per conto di chi operasse Ciancimino, visto che le sue trame passavano per l'Ucraina. Ebbe infatti a dichiarare (“Una società ombra per Ciancimino”, L'Espresso 11 giugno 2006):

«Se l´inchiesta non mi avesse fermato, avremmo rotto il monopolio della Russia per la fornitura di energia»

Una frase che potrebbe essere stata detta per procurarsi simpatie nell'opinione pubblica ma che potrebbe non essere veritiera.

In ogni caso non ci vuole molto a vedere in questo affare interessi contrastanti con quelli dell'altro affare, quello “milanese”. E non ci vuole molto a capire il motivo per cui le attuali dichiarazioni del Ciancimino junior riguardo al capo del governo debbano essere prese con le pinze.

Ma in definitiva, come mai Bocca attacca i Carabinieri, qual'è il suo fine ultimo? Suvvia, ma che domanda: ma aiutare quelli che aiutano Orlando, ovviamente. Che a loro volta aiutano la mafia. Quella vera.

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[*] E non dimentichiamo il velenoso inserimento della Chiesa quale struttura di controllo del territorio. Controllo che invero la Chiesa sta riprendendo oggi, ma che negli anni in questione aveva dovuto allentare per fare posto proprio alla mafia ed ai suoi protettori nascosti in quei circoli finanziari anti-clericali che hanno foraggiato (e tuttora foraggiano) anche l'anti-mafioso Orlando.

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martedì, agosto 11, 2009

Piccoli passi

Con il caldo dell'estate anche Il Consiglio ha rallentato, malgrado gli eventi procedano a grande velocità. Pochi giorni fa il governo regionale ha finalmente reso il 15 maggio un giorno di vacanza per gli studenti siciliani.

Subito qualcuno si è voluto addossare il merito della novità, e subito qualcuno ha ricordato che il merito è anche di altri.

Poi lo stesso MIS ha ri-proposto per l'ennesima volta l'ottima idea dell'alleanza tra i movimenti sicilianisti già caldeggiata da più parti. E subito qualcuno ha voluto puntualizzare “l'ho detto prima io”. E comunque l'hanno già detto in tanti, vedasi ad esempio L'Altra Sicilia nel 2007
.

Ora, il punto è che la si dovrebbe smettere con questi infantilismi e si dovrebbe cominciare a lavorare seriamente, perchè è bene ricordare che quando il figlio si mette in testa di diventare Padre, cominciano i guai. E nessuno di noi è Padre. Siamo tutti figli della nostra Patria ed è a Lei che dobbiamo le nostre idee.

Il MIS nel frattempo è andato avanti ed oggi rilascia un altro comunicato, riportato sotto, per aggiornarci sul processo federativo appena iniziato.

Da Siciliano, non posso che rallegrarmene e suggerire anche agli altri di fare un piccolo passo avanti (o sarebbe forse meglio dire “indietro”?) mettendo da parte le proprie pretese di “paternità” e lavorando per l'obiettivo comune che tutti abbiamo.

Buone vacanze.


COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO

Anche il Partito Autonomista Siciliano aderisce alla Federazione sicilianista.

E quattro. Mentre la casta politica siciliana si concede un immeritato riposo, i movimenti indipendentisti ed autonomisti siciliani continuano la loro opera di composizione di una grande federazione.

E con grande piacere che i presidenti del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, Salvo Musumeci, del Movimento Agricolo Europeo, Ignazio Adragna e del Partito del Popolo Siciliano, Domenico Corrao, annunciano che il Segretario del Partito Autonomista Siciliano, Rosario Ossino Fisicaro, ha formalizzato l’adesione alla federazione autonomista ed indipendentista siciliana.
Il MIS, il MAE, il PPS e il PAS concordemente intendono riaffermare il principio di autodeterminazione del popolo siciliano che può e deve essere raggiunto con l’unione federale di tutti i movimenti sicilianisti.

L’auspicio è che il sentimento sicilianista e l’attaccamento alla terra di Sicilia possa far nascere una forte federazione che comprenda tutti i movimenti e i partito autonomisti ed indipendentisti, per condividere un progetto politico unitario.

Autodeterminazione, sviluppo sociale ed economico, diritto e legalità, sono gli obiettivi irrinunciabili a cui tutti, nel rispetto delle proprie diversità, abbiamo l’obbligo di aspirare.

ANTUDO

COMUNICATO CONGIUNTO MIS MAE, PPS e PAS
Ufficio Stampa - 3358179082

misa.pd@alice.it

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domenica, agosto 02, 2009

No ponte

In giro ci sono quelli che vanno a cercare i ponti più alti per poi buttarsi di sotto (chi lo fa legato ad un cavo d'acciaio per poi raccontarlo, chi lo fa senza per altri motivi suoi).

In Sicilia invece ci sono quelli che una volta saliti sul ponte, non vogliono più scendere. Tanto gioiscono del panorama. E per farli scendere bisogna buttarli giù di forza.

E' questo il caso dell'Amministratore delegato dalla Stretto di Messina spa (nonché presidente dell'Anas), Pietro Ciucci, che in tutti questi anni è stato pagato dai contribuenti per concludere il classico niente.

Ma Ciucci ha deciso di redimersi confessando apertamente l'imbroglio che fino a questo momento aveva contribuito tanto bene a confezionare ai Siciliani ed a tutti gli italiani.

Il 24 luglio Tremonti aveva dichiarato che “Il Ponte sullo Stretto verra' realizzato nei tempi prestabiliti e i lavori si concluderanno entro il 2016” (“Tremonti e Matteoli: il ponte sullo Stretto si farà nei tempi stabiliti”, SiciliInformazioni.com)

Improvvisamente 3 giorni dopo (il 27 luglio scorso) è partita la bordata di Ciucci che avrebbe dichiarato raggiungibile l'obiettivo di avviare i lavori del ponte sullo Stretto di Messina entro il 2016 (Ciucci: "Ponte Stretto, possibili lavori entro 2016", LaSiciliaWeb.it), dando del bugiardo al ministro ed ammettendo che in pratica il ponte è soltanto una chimera.

Il trafiletto aveva però riportato una puntualizzazione un pò contorta: "l' obiettivo è possibile" soprattutto grazie anche alla "decisione del governo di nominare un commissario (lui stesso, ndr) per accelerare questa scadenza"

Approvato il dl anti-crisi ieri è saltato fuori il motivo:

Il decreto correttivo del dl anti-crisi appena varato dal Consiglio dei ministri non prevede più che l'attuale amministratore delegato della società Stretto di Messina Piero Ciucci venga nominato commissario straordinario per il ponte sullo Stretto.

Capita la vendetta di Ciucci? Il governo gli ha tolto la mangiatoia e lui, per vendicarsi, ha spiattellato la verità sul ponte che non si farà mai e che viene usato da un lato e dall'altro per fare capitale politico (e per fare sparire un po' di fondi pubblici...).

L'8 agosto a Messina è prevista una manifestazione per dire no al ponte. Un consiglio per tutti: risparmiate benzina, stativi a casa.

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sabato, agosto 01, 2009

Chiuditi cielo

A conclusione di una lunga e lacrimevole telenovela, ieri (31 agosto) dopo il governo anche il CIPE ha dato via libera ai fondi FAS destinati alla Sicilia.

E che è successo: apriti cielo!

Preparati dalla lunga campagna diffamatoria intorno alla reale destinazione di questi soldi ed infine aizzati dagli articoli apparsi sui siti dei maggiori quotidiani nazionali che evitano accuratamente di spiegare come quei fondi siano già vincolati, gli italioti si sono scatenati.

Ecco alcuni esempi tratti dai rispettivi articoli del Corriere (“Sud, via al piano del governo Subito 4 miliardi alla Sicilia” del 30 luglio e “Cipe, via libera ai 4 miliardi per la Sicilia” del 31 luglio).

Emosisntetique (30 luglio, ore 14:20) usa le tecniche raffinatissime:

“Perchè la Sicilia, il suo popolo, non si fà sentire ??? Fatelo caspita. Manifestate il vostro disappunto. Abbiate un sussulto di orgoglio. NOI QUEI SOLDI NON LI VOGLIAMO PERCHE' NON CI AIUTERANNO IN ALCUN MODO. Fatevi sentire amici siciliani. Dite ''ora basta''. Ma ditelo forte.”

Berluscpapi (30 luglio, 12:34) dimostra che forse Bossi non ha tutti i torti a voler mandare via gli insegnanti meridionali. Se è possibile fare a pezzi la storia così, vuol dire che non sono serviti a niente:

“Sono 250 anni che ci dicono che il Sud è una risorsa che lo si deve valorizzare che bisogna investirci chè una questione nazionale ec. ecc. ecc. e sono 250 anni che puntualmente vengono erogati fondi che poi non si sa che fine facciano”

Lettore_728172 (30 luglio, 11:56) la butta sul fatalista, malgrado non sembri essere meridionale:

"Il prossimo anno saremo ancora una volta a vedere questi "piagniòni" (come li chiama Bossi) a chiedere ancora una volta la carità.. e siamo ancora a dimenarci le meningi dopo 200 anni con al "questione meridionale", il sud purtroppo è una terra morta e questo lo sappiamo tutti, sappiàmo bène che non potrà mai produrre nulla".

Alek47 (30 luglio, 10:04) è veramente disperato:

"Vorrei implorare che fossero predisposti controlli capillari sulla modalità in cui questi soldi saranno spesi, ma sarebbe patetico, vero? Poi non offendetevi se quelli del Nord si arrabbiano".

Maya64 (30 luglio, 19:47) si da all'oroscopo:

“La gente del Sud non ha mai emancipato la propria storia, anzi vergognandosi della propria antica povertà ha pensato bene di rimuoverla. Così facendo il destino è segnato per una terra che potrebbe avere uno sviluppo con il progresso.”

politicamentescorretto61 (30 luglio, 14:38) invocava le maniere molto forti:

“Solo un pazzo investirebbe in un territorio che ti impone le proprie ditte [quali?, ndr], persone e servizi scadenti. I nostri governanti dovrebbero tirare fuori gli attributi e prima fare piazza pulita in zona di tutto il malaffare, anche con leggi speciali e senza contrastare un utilizzo massiccio di piombo”

Lettore_6392 (30 luglio, 14:09) sembra essere un esperto di geopolitica massonica, richiamando celebri giudizi emanati dall'Economist:

“La regione Sicilia e' una vergogna internazionale”

samorina (31 luglio, 13:23) – siciliano! – apprezza la sagacia tattica della lega:

“A chi se la prende con la Lega voglio dire : attenti, la loro mossa è di fine intelligenza, dimostreranno ancora una volta che dare soldi alla Sicilia è come buttarli a mare, e ne trarranno (loro) enorme consenso ancora una volta.”

Questa “delibera” così tanto pompata sui media è stata preparata per bene.

La storia del cemento depotenziato all'ospedale di Agrigento fatta uscire al momento giusto insinua un certo tipo di utilizzo per quei fondi [*].

Le dichiarazioni teleguidate di Riina (vedi il post "Balle imperiali") devono servire anche a fare credere che da qualche parte nelle parole del boss fosse stata nascosta una qualche minaccia alla quale lo stato ha dovuto sottostare scucendo il malloppo. Una bella imbeccata presa al volo da Di Pietro, che poi si atteggia ad opposizione.

Quanto tutto ciò sia campato in aria, lo indicano le precise dichiarazioni di Anna Finocchiaro (DS) che possono facilmente essere verificate (agenzia ASCA, 30 luglio2009):

«Il governo - continua la Finocchiaro - sta vendendo ancora fumo al fine di far tacere Lombardo e Miccichè. Si tratta solo di propaganda, si tratta del gioco delle tre carte. I 4 miliardi di fondi che il CIPE ha sbloccato fanno parte di quei 27 miliardi di fondi FAS regionali previsti già dal 2007. Non c'è nessun nuovo stanziamento. Di che cosa parla il governo? Hanno solo risolto una bega siciliana. Il governo gioca sulla pelle delle regioni meridionali una partita di ricatti tutta interna alle dinamiche politiche siciliane. Non c'è traccia di una strategia di sviluppo per il mezzogiorno ma c'è solo la vecchia logica di scambio per accontentare poteri locali che ricattano il governo nazionale».

La boutade dei FAS è servita a “cementare” la spartizione del potere nell'Italia post-berlusconiana. Anzi, nel nord-Italia post-berlusconiano, facendo apparire Tremonti come un eroico condottiero solitario alla testa delle genti padane. Colui che erediterà il potere del cavaliere lungo la piana del Po strappando la Patria alle grinfie dei siculi mafiosi.

Ed è servita, come dice la Finocchiaro, a concedere qualche altro punto a Lombardo e Miccichè che comunque non potevano fare altro che “stare (piacevolmente) al gioco”.

L'unica vera contesa politica in quest'Italia pre-scissionista è quella sul controllo del meridione, dove effettivamente l'asse Tremonti-Bossi ha giocato la sua carta separando le somme siciliane da quelle del regno continentale scavando un piccolo solco e chiarendo che quello siciliano nei confronti del sud Italia dovrà essere un vero e proprio atto di conquista.

Ma questa boutade è anche servita a far passare in secondo piano un'altra storia, che dovrebbe preoccupare gli amici settentrionali molto più dei soldi dati alla Sicilia.

Sopra di loro infatti pare che i cieli si stiano chiudendo:

Alitalia, per andare a Berlino bisognerà fare scalo a Parigi. Le nuove linee internazionali sono tutte dirottate su Francia e Olanda (Corriere.it, 29 luglio 2009)

Tremonti non sarà “principe” indiscusso della Padania. Egli dovrà tenere nel debito conto i veri padroni coloniali europei. Diciamo che sarà costretto a fare l'ascaro. In uno strano gioco delle parti, Milano da nord della penisola sta diventando sud del continente ri-prendendo il posto di colonia che sino ad ora era stato riservato alla Sicilia.

Come fino a ieri i siciliani pagavano dazio ai padroni padani vedendosi recluso ogni contatto autonomo con il mondo esterno grazie alle penalizzanti rotte aeree e navali, da oggi saranno i padani a dover pagare lo stesso tipo di dazio ai padroni francesi (o tedeschi per l'area veneta).

Da rilevare come questa decisione di costringere gli italiani a passare da Parigi o da Amsterdam sia una decisione esclusivamente politica e non economica, come lo è sempre stata quella di Alitalia di non fornire rotte internazionali dalla Sicilia, anche quando all'insorgere degli operatori privati siciliani questo avrebbe significato bancarotta sicura, come in effetti è stato.

Allora, cosa ci faranno i siciliani con questi fondi?

Un buon suggerimento viene dal Presidente della SAC di Catania che propone di usarli per allungare la pista dell'aeroporto di Fontanarossa e permettere i collegamenti diretti con Asia ed Americhe:

“Consentire l’allungamento della pista di volo per dare a Fontanarossa la possibilità di conquistarsi un spazio nel segmento di traffico dei voli intercontinentali e avvicinare Catania - e dunque la Sicilia – ad America e India.”

Una dichiarazione esclusivamente di “circostanza” volta a puntualizzare i cambiamenti a cui stiamo assistendo. Quegli interventi sono già stati decisi da tempo (vedi comunicazione ENAC del 9 luglio 2009). Ma il ricordarli mentre a Milano si sentono mancare l'aria era un sadico esercizio dal quale i perfidi siciliani non sono riusciti a sottrarsi.

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[*] Ad Agrigento, dopo lo strano sequestro con un mese di tempo per evacuare (ma allora non è vero che c'è pericolo di crollo immediato...), le cose si ammorbidiscono già. L'assessore Russo parla oggi di “operare in tempi brevissimi per il consolidamento della struttura”. Ma un'opera fatta con il cemento depotenziato non dovrebbe essere abbattuta? La magistratura dopo il chiasso fatto si prende la responsabilità di un futuro crollo?

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